Scritta da: Giully
L'unica cosa che riesce a calmarmi
è pensare a te.
Te, profondo sconosciuto.
Te e il tuo alone di mistero che ti avvolge delicatamente.
Poche cose so su di te e stavolta mi va bene.
Ne sono contenta, perché? Perché, questa volta, vorrei scoprirti da me.
So il tuo indirizzo scolastico e che hai una passione per le poesie.
Ecco, questo mi basta.
Ti penso mentre leggi un libro,
ti immagino,
espressione concentrata e meravigliata dalla magnificenza delle parole.
Ti immagino, magari, mentre ne scrivi di tue,
di mano tua,
di mente tua,
chissà forse lo fai
e magari sono dei capolavori.
Ti vedo un po' come un idolo,
ma che potrei raggiungere;
ecco la cosa che mi spaventa:
che riesca a raggiungerti.
Ti ho adocchiato il secondo giorno di scuola.
I lineamenti del viso,
i capelli lunghi e malcurati,
il tuo modo di camminare, incurante di chi ti sta attorno.
Il tuo modo di portare lo zaino sulla spalla destra,
come lo tieni,
come agiti le mani mentre parli con i tuoi amici.
Passa il tempo e ti osservo,
è bello vederti,
mi emoziono ogni volta.
Sei una continua sorpresa.
Non ti vedo da più di un mese,
ma tu costante compari nella mia mente,
e così ricordo il pomeriggio che ti ho visto
e io tremavo e sorridevo.
Mi hai scrutato, ma non come volevo io.
Devo vederti,
ti vedo, avvampo, mi tremano le gambe
ma tutte le ansie si dissolvono in un instante.
Ti penso e l'animo si quieta.
Mi hai stregato, folgorato dalle tue movenze delicate, alcune un po' goffe.
Eccomi sotto il tuo incantesimo, modificalo pure, ma non estinguerlo.
Ti prego.

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