Scritta da: Carlo Schiavini

Aisha

Entro in quel caseggiato in costruzione dove fino al giorno prima aveva vissuto Aisha, tutto è ricoperto di polvere, calcinacci... niente vetri alle finestre, il fumo dei colpi di mortaio aleggia ancora nell'aria impregnando la stanza. A terra una coperta a quadri... una coperta di lana dove fino a poche ore prima lei ranicchiata nascondeva il viso, copriva le orecchie cercando di non udire il rumore dei colpi giù nel viale.
"Aisha ha sete!"
"No, Aisha non ha più sete!"
Nell'angolo più nascosto una vecchia cassetta per la frutta, al suo interno alcune foto, foto di momenti felici... poso a terra il mio semiautomatico e frugo tra quelle foto, vedo visi sorridenti, Aisha che ride, che corre. L'atmosfera che sento nell'aria è quella di un tempo che si è fermato, un tempo che non tornerà mai più.
"Aisha ha freddo!"
"No, Aisha non ha più freddo!"
Rumore nel viale di sotto, passi che corrono, motori di camionette tirati al massimo, penso ad Aisha... chissà quante volte il suo piccolo cuore hà tremato a questi suoni... chissà quante lacrime si sono asciugate sù quella coperta... percorro lentamente a piccoli passi i pochi metri che mi separano dalla finestra... nuvolette di polvere sotto i miei anfibi.
"Aisha prega!"
"No, Aisha non crede più!"
Guardo fuori, un cielo grigio anche se c'è il sole... un cielo che Aisha ha visto poche volte vestirsi d'azzurro... un cielo vissuto poche volte grigio... fumo... ombre e sagome... sul tetto di fronte un riflesso... un mirino... un cerchietto sulla mia fronte
"Aisha sta aspettando!"
"Si... Aisha... arrivo!"

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