Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
Signore, che ti sei fatto nostro fratello,
dacci una mano per pulire i nostri occhi,
fortifica le nostre braccia di debole creta.
Il nostro carnevale ormai è già terminato,
le maschere di cartapeste sono già rotte,
i vestiti li ha corrosi il vento di primavera.

Non vedi che siamo nudi nel tuo giardino?
Anche i fiori abbiamo ucciso giocando.
Non ci resta che coprire la faccia con le mani
quando arrossisce di vergogna nella sera.
La notte la avvolgiamo con false illusioni
pensando di riempire il vuoto del cuore.

Signore, siamo andati troppo lontano e soli
senza prenderci per mano in questo labirinto
di cose semplici che abbiamo complicato
con la stupida e falsa amicizia senza cuore.
Pensavamo di essere i padroni della casa
riempiendo la storia di fuochi artificiali.

Vestici, Signore, un'altra volta col tuo respiro.
Il frutto che ti rubammo della conoscenza
fu il nostro primo giocattolo di compleanno
che rompemmo nascosti nell'ombra del giorno.
Non abbandonarci nelle mani di falsi giocolieri
che ci rubano l'anima con tutti i nostri pensieri.

Siamo polvere, Signore, delle tue lontane stelle
di mondi sconosciuti dove i soli e le alterne lune
ci fanno impazzire e spesso perdiamo la testa.
Camminiamo sotto un cielo con nuvole oscure
trasformando in pioggia la nostra umana tristezza.
Signore, fa che regaliamo sorrisi per finire in pienezza.

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