Scritta da: Michele Gentile

Il filo

Torna la tua voce, mare
a cantare la notte
così spietata, ruvida.
Indifeso il cielo respira
la magrezza del tempo
sul sentiero di uomini
confinati alla meta.
A chi importa brandire
queste parole, giovinezza
di disperate chimere,
triste rinuncia la nebbia
ad issare la vela.
E io continuo ad esistere
a cambiare rifugio
benché sia già tardi
e quel filo di luce,
di dovuta speranza
resta impigliato
al tuo muto ricordo.
Composta venerdì 13 gennaio 2017

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