A che serve innalzare il cuore di rabbia
se non a disperdere minuscole particelle di sé nel mondo?
Perché dovrei trattenere il mio sdegno
se non approvo i tuoi misteriosi sussurri?
Non arrivano dritti al mio cuore
dovrai convertirti alla mia lingua
se vuoi far parte di me,
dovrai appendere le vecchie scarpe
in un angolo buio e umido
lasciare che si decompongano
secondo la legge della vita
e tornare a cercarmi
con uno sguardo d'amante,
dolce e intimo allo stesso tempo.
Non mi troverai ripetendo ossessivo
le parole degli altri
io cerco una lingua nuova,
che ci appartenga dal principio
e non porti tracce di violenza.
Questa miniera d'oro che possediamo
potrebbe venir consumata dal tempo
dall'attesa e dalla noia.
Questa scatola di vetro in cui vuoi inserirmi
la disprezzo perché volgare e asettica.
Ricordati di non perseguitarmi oltre
se vuoi il mio cuore quanto io voglio il tuo
e niente sarà immorale o sporco,
ma profumerà d'amore,
di quello che sa stare in basso per raggiungere le vette,
di quello che si mescola agli umori della carne e
ritrova se stesso mentre si perde.
Questo voglio e non scenderò a patti
né con te né con me stessa.
Se non ti avrò così, meglio una gelida distanza fra noi.
Una coltre di ferro a dividerci.
Composta mercoledì 11 maggio 2016

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