Scritta da: Iris Vignola

Malinconica notte

Riflesso bianco freddo, generato dal riverbero di luna,
luce appariscente che risplender fa le acque d'affluente.
Atte a carpir l'immane globo, le fronde si fan ombre, da lontano,
vaghe s'intrecciano l'un l'altra, a far barriera al vento mercenario,
sibilante, nell'inverecondo scorrazzare, dacché rompere il silenzio,
ch'ancor non s'ea spezzato.
Malinconico splendor di plenilunio,
vano ad asciugar il pianto, seppur sommesso,
non apportando alcun ristoro al cuore disperato e infranto,
neppur nel ravvivar il tetro nero circostante.
Silenzio, tutt'intorno al mio presente, le lacrime son perle, a tal chiarore.
Sul rogo d'inclemenza, la mia vita hai reso cenere,
nel gelo d'un'attesa ho trasferito il mesto sopravvivere.
Pallor sul viso, quasi canini di vampiro m'abbian dissanguata,
reietto ammaliatore, scaturito dall'ombra ch'è nascosta, madre oculata,
avvolto nel suo abbraccio, in una spira,
pronto a morder la sua preda designata.
Martire stremata, vorrei gridar tutta la rabbia,
seppur la forza m'abbia abbandonata.
Annichilito sguardo, perduto nell'intensa e strana notte malinconica.
Desio d'esser fantasma, priva di strazio che tormenti,
nel ricondur ricordi ormai sepolti tra reperti antichi,
dove rimorsi vanno a infrangersi, al pari dei rimpianti per scelte non decise.
Ma non è ancora il tempo del passaggio,
la vita ancor reclama per vincer la partita.

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