Scritta da: Alessandro Borghesi

Lunga attesa

Cinico il destino,
rimuove, aggiunge le pedine
a suo piacimento.

Quante volte il tavolo
impregnato di perché
pace più non trova,

caso più non faccio,
alle notti amare di lacrime,
copiose addormentano giorni felici

distrutto il robusto corpo
dal tuo urlo di 100 fender,
unico assolo dolore unico.

Impotente
svuotata e indifesa
i ladri han fatto festa.

Puro era il cristallo,
buio atroce
infiniti pezzi son smarriti.

Legato a codeste catene
immobile son le azioni,
nulla può fermare la mia rabbia.

Le sofferenti parole
spontanee nascevano
nel solitario silenzio.

Il faro guida costruirò
con l'aiuto delle fiamme amiche
allo scopo d'illuminarti.

La strada del ritorno,
dove abbracci e incitamenti
saranno la tua energia

io con pazienza... il tuo rientro aspetterò...

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