Alla Musa caduta in ambulanza

Fu un freno scriteriato
per improvvisa frenata
a farti precipitar giù
su una squallida ambulanza
dove in veste candida
di donna sublime
e in camice bianco
di medico di guardia,
da sirena spietata
e non a sirene spiegate,
lenivi la sofferenza
di un povero ammalato
con la tua dolce presenza.
Per trauma cervicale
d'allor ti gira la testa
ma certamente mai
come me la fai girar tu.
È giunto allora il tempo,
mia Musa altolocata,
che tu mi ti conceda,
o meglio, non fraintendere,
sono un moralista convinto
ma dal bello vinto,
concedimi almeno
un istante di ascolto
solo per gli auguri
di pronta guarigione.
Dopo i tuoi primi passi
in pronto soccorso
adesso è in medicina
che necessita la tua presenza se,
con disarmante grazia
ed eccelsa leggiadria,
addomestichi finanche
il virus dell'epatite B.
Sarà, però, l'ecografia clinica
a consacrar la tua docenza
sicché d'ora in avanti
la diagnosi critica,
un dì di natura incerta,
grazie a Te, son certo,
non esisterà più.

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