Scritta da: Iris Vignola

Una rosa fra le mani

Dal cielo, fredde lacrime
digradano, su di me,
quali amorevoli carezze,
lungamente attese,
di materne mani,
che, le guance, inondano
e, ad altre,
dal salato sapore
e dal tenue calore,
si confondono,
scivolando giù,
fino a dissolversi
nell'acquitrinosa pozza,
di cui, il viaggio va ad iniziare,
per lo stretto canale,
indi, al grigio fiume fluire,
onde sfociare nell'impetuoso mare,
dove, del mio pianto, il sale
a quel marino, far unire.
Languida rosa, fra le mie mani,
che, nelle tue, avrei posato,
mia dolce sposa.
Sussurrato, ogni suo petalo, ti avrebbe
il mio amore,
che tu pensavi smarrito, per errore,
bensì, con la morte, non ti abbia tradito.
come, all'inverso, hai fatto tu,
che l'hai bramata, cercata, trovata
e, con lei, sei partita,
senza me, meschino,
per un'altra vita
lasciandomi qui, solo,
confuso e affranto,
col rimpianto di non esser morto,
avanti a te,
dacché, in Ciel, ti avrei accolto,
con questa rosa fra le mani,
che sfiorirà
prima di domani.

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