Scritta da: Silvana Stremiz
In volo o di notte
ho visto la solitudine.
L'ho vista sulle colline bruciate
dell'Italia in fiamme.
L'ho vista nelle acque grigie e opache
dell'oceano agitato.
L'ho vista nelle file di macchine lussuose
sfreccianti nella notte
sulle highways della California.
L'ho vista negli occhi di una donna
l'ho vista nei miei occhi,
nei bambini abbandonati,
nei clochards di Parigi,
nella fame in oriente e in occidente.
Nella schiena spezzata
dei malesi a Singapore,
nei cortili terrosi
alla periferia di Chicago,
negli esuli albanesi ai semafori di Atene.
Ma adesso è qui, di fianco a me
che guida la mia mano
e che ride di me e del mondo
che governa in silenzio.

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    Scritta da: Silvana Stremiz

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    postato da , il
    Conosco bene l' autore sin
    dall' adolescenza, quando
    ancora i nostri cuori erano
    salvati dall' ingenuità.
    E' perenne in lui il senso
    della solitudine ed ancora
    lo dimostra il suo perenne
    viaggiare nel corpo e nella
    mente. Ed è costante la
    speranza che la solitudine
    sia principio e non fine
    dell' uomo. E' tangibile
    il fatto che la solitudine
    non sia un concetto, ma una
    presenza con la quale condividere istanti preziosi
    in cui l' uomo ritrova il
    suo essere e la forza di
    crescere ancora.
    Non è per me un poeta
    emergente, ma semplicemente
    un poeta al quale
    si può accedere con la
    giusta combinazione:
    compagnìa libera.

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