Scritta da: Enrico Giuffrida

La passione del cuore

Lentamente il mio cuore,
ripercorre quel funereo sentier
dell'emblema del divin amor.
Un fatal giudizio,
come macigno piombò;
presi la croce dello strazio,
la caricai sulle mie agonizzanti membra,
flemme, raggiunsi l'arduo calvario.
Stanco e ormai morente,
stramazzai sulla terra
decantata da Cicerone.
Da lontano,
mentre ormai il ciel
mi espugnava dell'ultimo
raggio del sol,
dalla pietà, lacrime amare,
innaffiavano pallidi garofani.
L'invidia, la falsità e l'ira
a sorte spartivano quei nobili valori
che in me Dio avea soffiato;
i remoti dolori mi circondarono
frecce di dolor riaprirono
quelle dighe ormai sommerse.
Fu issata quella croce
che per anni portai
dentro quel misero cor;
Erano gli ultimi istanti.
Mentre il cielo
d'un nero funebre s'era vestito,
come d'incanto, una leggera brezza
allontanava quei tetri nembi
e quel rosso dell'amor versato
riportava la lieta speranza.
Composta martedì 26 novembre 2013

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