Scritta da: Rosa Coddura

Vecchia porta

L'ennesima porta in faccia
mi chiedo quando resterà aperta,
quando entrare sarà una scoperta
del rifiuto ormai son esperta
c'è qualcuno al di fuori di essa che aspetta?

Ne ho ricevute troppe
tante,
che il mio naso è diventato un pomello
di una porta sbattuta
quasi abbattuta
dalle speranze infrante,
il mio viso, ante
che quasi nessuno apre,
i miei cardini di idee
a cui sono legata agli infissi
che non hanno più voglia d'ascoltare,
sempre le solite cose tristi.

Nessuno bussa,
quel campanello
fradicio da tempo,
gli è piovuto addosso
tutto il male del mondo,
ha smesso di aspettare,
anche questa vecchia porta
sta per crollare
i suoi cardini svitati,
sono malandati,
non sono più invogliati,
sa che è destinata a lasciarsi andare,
per ora penzolante da un lato,
presto anche l'altro le sarà negato
oramai, troppe volte le sue ante
sbattute, si son consumate,
dalle venature del suo legno
sangue fuoriuscito dai graffi delle gente,
schegge di lacrime
cadono sul ventre del suolo
deflagrazione, scricchiolii odo,
stanca delle lesioni che più non regge,
eppure dietro c'era una casa di speranze
che però a suo tempo si son impolverate.

Un tempo tinta di verde
per accogliere sulla sua soglia tanta gente,
ora ha perso anche il suo colore,
perché è stata graffiata,
oggetti le sono stati scagliati,
ora a saccheggiarla dei ladri
di in cerca di ambiti quadri

Solo una porta sbattuta
ed una casa ormai distrutta,
tanto a nessuno importa,
tutti vandali di fronte a questa porta.
Composta mercoledì 3 luglio 2013

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