Scritta da: libraretereo

Simposio delle ninfee

Venivo dal giorno caldo, rappreso;
ameno invei'l buio
ligio a sortir tre comete
che lo tingeano festando gaude.
Nessuno ebbe a chiedersi il motivo,
ma ogni luce
fluiva immane i'lor bagliore,
e qual beltà splendea diffusa
sparigliando miei sensi entro ogni direzione.
Vi era il canto di una sirena;
ne avessi chiusi
di occhi, miopi al suon delle onde:
infime, lascive; mi aggredivano
bramando sussultorie 'l
mio innocente gattonare.
Un batuffolo inerme, affidato
alla mercè di un giaciglio cristallino.
Non furono i miei 4 anni a salvarmi;
l'istinto chiamava forte,
pressato nella coltre lavica avvolgente.
Indefessa paladina soverchiante,
vi annaspavo oltre il bivio salino
della coscienza, nel marasma,
irradiato da una voce lenitiva, e
come pronto a fondermi;
nelle acque suadenti divampava pirica
la su'animosa essenza,
nel candore sacrilego di bimba:
glabre ali di farfalla.
Riecco vita in un cantuccio:
scirocco affiora limpido,
mitiga sventato affanno
chino a sedar vil caronte:
esanime al cor pio
d'una vergine,
regina e sorella fraterna.
Placato dall'alba lucente,
feniceo al sopir della notte,
risorto,
al tuo abbraccio valente.
Librano ridonde le schiere dei ricordi,
in fin sbiadite scaglie al
fausto mirar delle ninfee.
Piange il cielo libro dalle stelle
esule di brezza limpida a levante,
nel centro avorio splende
e lagrimo d'azzurro
alle sue spalle.
Se 'l mondo è tal delizia,
giammai fiorir satolla.
Composta martedì 16 ottobre 2012

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