Mi sento
come un uccello senza ali
in gabbia,
privo del suo essere
della sua libertà,
sta lì a guardare un cielo meraviglioso
che lo chiama ogni giorno
"dai vieni, vola verso di me"
ed ogni giorno gli deve rispondere
"non posso, non ho le ali",
lo guarda e lo desidera
più della morte
quanto si può amare una vita,
e pensa
"vorrei essere lì con te"
a vivere le cose preziose,
quell'uccello lo odia il cielo
gli ricorda ogni giorno
che non potrà mai volare verso di lui
"non ho le ali" dice tra se e se l'uccello,
senza non può assaporare
quella libertà che sprigiona la sua natura,
non cambierà mai
non svanirà mai
quella natura
fa parte di lui e del suo essere,
così come la mia
qualcuno la chiama anima
cosa sia non lo so
sento solo che c'è
e mi divora.
Composta venerdì 30 novembre 2012

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