Il masso ed il mare

Cosa sono se non il testimone di una
inane abulia che riduce, assecondata,
le forze, alitando sui tizzoni che nel
braciere cullano il dono fumante del
calore che annebbia il ricordo di te
restituendo audace l'accosto lì, ove
sentinelle silenti, di grigio rivestite,
altro non riposano che indossate
vesti e certo, non scoraggiano, nella
loro fissità il leggero muoversi della
foglia decidua affidata all'aria.

Tempo imprecisato fino all'atteso contatto:
adagiarsi sopra un morbido ciuffo d'erba
umida.

Trovare nel suo paziente abbraccio: cura.
Nel suo essere prossima altra ragione che
l'accoglienza.

Sperimentare in quel preciso istante la modestia
del rumore del mare contenuto nella conchiglia.

Un semplice, naturale, leggero, incontro. Incapace
di purificare le acque. Ma capace…di raggiungere
la profondità. Come un masso consegnato al mare.

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