Perché l'ho fatto

Forse ho scritto troppo
o no,
o forse si.
Ho scritto male,
questo si,
ma come sapevo.
Ho scritto e poi dimenticato,
ma se ci penso bene
forse non ho dimenticato.
Ho trasformato tutto
in un linguaggio che adesso mi è sconosciuto,
quello di quel momento.
Poi ho cercato di ricordare,
a pezzi,
ho pensato molto
e quando ho trovato una penna,
un foglio
un appoggio,
ho scritto.
Come ho scritto in chiesa
ho scritto all'inferno,
sulla panchina di un giardino,
contro un muro
sul palmo della mano di uno sconosciuto.
Ho scritto
perché prima non volevo scrivere,
perché a volte ho scritto senza riuscire a dire niente,
ho scritto quando avevo bisogno di scrivere per farmi capire,
e capirmi.
Non che con questo
io abbia la pretesa di saper scrivere,
il mio scrivere sostituisce il mio non parlare.
Ho scritto perché non ho né fucili né cartucce.
Sarebbe stato più facile
e l'esito migliore.
Composta venerdì 24 agosto 2012

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