L'abero del fico

Era d'agosto e l'erba sudava.
Su un vecchio muro
il saettar delle lucertole
e subito più in la,
il fico troneggiava.

Pensai a Zaccheo,
ma era un poveretto
che insieme,
ad altri uccelli
sui rami si cibava.

Le sue radici,
nel tempo appassionato,
avevano avvinghiato
alcune pietre,
prima del percorso sotterrato.

Salii su di esse,
per toccare il frutto,
l'aprii, lo misi in bocca tutto
e sotto i miei denti,
scricchiolò sfiorendo.
Composta sabato 20 maggio 2000

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    Dedica:
    A Teodoro.

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