La notte fuori a parlare con gli amici


si entra solo a certe condizioni,
io sono l'unico
ad essere accolto sempre
in qualunque notte decida di fermarmi.
Non ho neppure bisogno di dire che ci sono.
Nessuno mi nota
nessuno ci fa caso,
del resto le luci sono molto basse.
Io sono il solo che va lì la sera,
che resta per la notte
poi riparte.
Chissà,
forse un giorno mi deciderò
a rimanere lì più a lungo
o per molto tempo.
Di contenitori per il bere
ce n'è un grande assortimento.
Ed anche il bere c'è
ma solo acqua,
acqua di fontana.
A volte santa
ma solo in certe ricorrenze.
Se ho voglia
di buttar giù cose diverse
rubo in un negozio
e arrivo già "provvisto",
ed in quel caso
posso bere alla bottiglia,
tanto sono certo
che non c'è nessuno
che mi chiede un sorso.
Altrimenti
riempio un vaso,
una bottiglia o una caraffa
e poi mi siedo dove scelgo io
in base all'umore,
alla voglia del momento
ma sempre in compagnia.
Se ho bisogno di consigli
vado dall'un anziano laureato
pozzo di scienza
ma come molti geni,
un po' sbadato.
Se ho voglia di sapere di sesso
amori e pentimenti
cerco una signora
che è lì da un po' di tempo.
Sotto i quaranta
ben portati,
narra molte avventure
e cita molti amanti,
ne parla volentieri.
L'unico racconto che non fa
è quello del giorno
che il marito gli si parò davanti.
Quando mi sento in vena di insegnare,
(e mi capita di rado)
di solito succede
quando mi porto l'alcol dall'esterno,
ci sono tanti adolescenti.
Sono sicuro che mi ascolteranno,
da lì non possono scappare.
Ma quando voglio veramente farmi male
invece vado in mezzo al gruppo dei bambini
e resto lì per ore
a sputar rabbia,
a rimuginare
e chiedermi
perché deve esser giusto
ed accettato
che al mondo
spesso campi troppo chi fa proprio schifo
e invece un innocente
debba emigrare così presto
e per così lontano.
Verrebbe quasi voglia
in certe sere
di rifarsela anche col padrone del locale,
ma poi rifletto
chino il capo
e chiedo scusa,
anche perché
sarebbe una battaglia persa.
Così mi accuccio
o resto lì impietrito.
Ma vada come vada
o con chiunque passi la nottata
appena fà un po' giorno
getto l'avanzo d'acqua della sera prima,
rimetto i fiori dentro il vaso o la bottiglia
mi alzo e parto.
Rimetto al cancello il catenaccio
faccio il segno di croce e di rispetto
per chi rimane lì disteso.
E vado,
prima che arrivi il primo dei guardiani
per aprire,
e non debba aver sospetto
che forse la notte al cimitero "ci si vede"
Composta martedì 10 settembre 2013

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