Scritta da: Daniel De Rosa

Lascia la pelle nel mio letto, nel tuo pentimento

Lascio la tua pelle umida,
al fianco della mia,
bagnata come un fior di rugiada al mattino
t'ammiro... sento il calore del corpo tuo vicino
disteso, in un guscio di seta abbandonato,
rinnegato mi volto nello specchio
riflesso il volto mio, consumato,
scritto di rughe e dei pensieri della vita
e la vista tua sullo sfondo mi cattura:
tenera creatura condannata al piacere fugace
al goder infame senz'amore,
piegata al sensuale potere del peccare
affiscinata dal trasgredire.
Delusa la bocca tace, la vista si chiude
a dimenticar nel sonno, come incubo arrivato,
per guarir pensiero in preghiera,
ma lo scordar non ti da pace.
Infelice giace, nel finto dormir
l'inquieta voce geme.
e quella luce, sottil sul volto
posa la carezza, speranza non resta,
detesta il pensier ora la mente
che dell'inganno non fu desta.
Composta mercoledì 2 gennaio 2013

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