Scritta da: Armando

Bruma autunnale

Uggiosa nebbia al piano,
nella campagna guazzo e brina impera,
scuote la vetta il vento
il cinguettio d'un passero suggella
una giornata senza inizio e fine.
Bela giù al piano una pecora e dispera,
il suo richiamo si sperde lungo i fossi,
per i poggi velati di mistero
giunge dal nulla come nota strana
frammisto al maestrale che muggisce
e scorrazza in questo borgo antico
privo di suoni e povero di vita.
E la mia quercia scricchiola sperduta,
solitaria stride in mezzo al prato
tra la rugiada che i suoi rami imperla,
ombre fuggenti di desio diffonde
ultime pene sembra socializzi.
E m'abbraccia tra i suoi forti rami,
suggella un limite al suo amore,
mi scuote e mi risveglia nell'arguire,
mentre la sera già di nuovo scende
in questo cuore apatico che osserva
un tramonto offuscato che già affonda
nella fanghiglia d'un pantano marcio
che la vita allontana e la sospinge
in una immensità che non ha tempo.
Composta giovedì 9 dicembre 2010

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