Scritta da: Silvana Stremiz

Sera di Gavinana

Ecco la sera e spiove
sul toscano Appennino.

Con lo scender che fa le nubi a valle,
prese a lembi qua e là
come ragne fra gli alberi intricate,
si colorano i monti di viola.
Dolce vagare allora
per chi s'affanna il giorno
ed in se stesso, incredulo, si torce.
Viene dai borghi, qui sotto, in faccende,
un vociar lieto e folto in cui si sente
il giorno che declina
e il riposo imminente.
Vi si mischia il pulsare, il batter secco
ed alto del camion sullo stradone
bianco che varca i monti.
E tutto quanto a sera,
grilli, campane, fonti,
fa concerto e preghiera,
trema nell'aria sgombra.
Ma come più rifulge,
nell'ora che non ha un'altra luce,
il manto dei tuoi fianchi ampi, Appennino.
Sui tuoi prati che salgono a gironi,
questo liquido verde, che rispunta
fra gl'inganni del sole ad ogni acquata,
al vento trascolora, e mi rapisce,
per l'inquieto cammino,
sì che teneramente fa star muta
l'anima vagabonda.

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    Scritta da: Silvana Stremiz

    Commenti

    4
    postato da , il
    un po' più corta magari era meglio. La devo IMPARARE A MEMORIA!!!!!
    3
    postato da , il
    ki mi sa fare la parafrasi???? grz di cuore a ki mi ripsonderà
    2
    postato da , il
    qualcuno ha il commento di sta poesia??
    1
    postato da , il
    bello troppo bello

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