Scritta da: Marta Emme

Alla sorgente

Si percorreva uno stretto sentiero,
si camminava ognuno
al ritmo del proprio pensiero,
su per il monte, alla ricerca
di una limpida fonte. * *di pace
Si andava a passi sicuri,
in silenzio, muti, muti; incuriositi
e sempre più rapiti da quel paradiso,
che si rifletteva anche sul nostro viso.
Uno scoiattolo si affacciava
tra i rami, mentre le fronde
col cielo intessevan ricami.
La natura ci dava il benvenuto,
si apriva a noi mettendosi a nudo.
Ma, ecco, un vociare
ci faceva sobbalzare.
Più lontano, una radura
si apriva alla vista,
piuttosto distante dalla nostra pista.
Costì era una donna
che la sua piccola furiosamente picchiava,
e quella tanto più gridava
e più botte rimediava.
D'improvviso un rapace
la donna attaccava
tanto da renderle la testa
ferita e scompigliata, ma lei
a menar la piccola continuava,
dalla rabbia invasa; infine...
... un occhio, il rapace, le cavava.
Come a far giustizia l'uccello
si adoprava, giacché una donna
così sconsiderata tutto il Pianeta
oltraggiava. La madre, mezza cieca,
si disperava per come era stata
scellerata: sol ora realizzava
che la figlia aveva massacrata
e che l'ira l'aveva accecata.
La natura ha gli occhi grandi,
vede anche se non lo domandi.
Così si ribellava alla violenza
che lì si perpretava
in barba all'innocenza.
Da una sorgente, nei pressi situata,
acqua pura* sgorgava, mentre *di verità
il rapace si allontanava,
e una riflessione ben chiara
a noi consegnava:
il rispetto per la vita è sacro
e non esiste mercato,
l'uomo lo deve avere nel capo.
Composta venerdì 25 luglio 2014

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    Scritta da: Marta Emme
    Dedica:
    A chi usa la violenza come strumento di comunicazione o persuasione.

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