Milano ha smesso di respirare e pensa

Milano ha smesso di respirare e pensa.
Ha un amore oltre i confini della città, prigioniero,
e s'affolla di rondini spinte in acrobazie per sostituire le lettere
che ha smesso di spedire in assenza di francobolli.
Io sono uno dei suoi prigionieri.
Sono fidanzato col nuvolo grigio del parco Sempione
e ti fisso mia donna del sogno, in una vetrina,
dell'ultimo negozio antico nascosto,
dal viale alberato di tigli.

Ti mando una lettera da Milano, grida il foglio.
Mi sento un po' vagabondo a primavera,
quando il sereno strappa al sonno le coperte
dove l'immaginario ha raggiunto altri attimi felici.

Milano ha smesso di respirare e sogna.
Si toglie il fumo dalle tempie e beve cappuccini,
ed io cerco il fiore solitario nella piazza del Sforzesco
come mille altri sognatori prigionieri di un'abitudine.
Ho sposato le albe nebbiose
e i castelli che i turisti sognano per casa
ho sposato te che resti nei miei pensieri
e la porta bronzea del Duomo.
Composta sabato 4 maggio 2013

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