Scritta da: Silvana Stremiz
Io assimiglio il mio signor al cielo
meco sovente. Il suo bel viso è 'l sole;
gli occhi, le stelle, e 'l suon de le parole
è l'armonia, che fa 'l signor di Delo.
Le tempeste, le piogge, i tuoni e 'l gelo
son i suoi sdegni, quando irar si suole;
le bonacce e 'l sereno è quando vuole
squarciar de l'ire sue benigno il velo.
La primavera e 'l germogliar dè fiori
è quando ei fa fiorir la mia speranza,
promettendo tenermi in questo stato.
L'orrido verno è poi, quando cangiato
minaccia di mutar pensieri e stanza,
spogliata me dè miei più ricchi onori.

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