Due uomini

Adesso, le aspettative erano scambiate:
Lui… come un bimbo impaurito… attende
la seggiola minuta ed insolente, non tiene
conto dell'intatta mole, le lacrime, precoci
scivolano ignare tra le crepe del tempo.

Lui… adesso… è chino… chino e mite
come non lo avevo mai scoperto
interrogano, del suo andato, circostanze.

Singolare destino, mi balenano del nemico
mentre lui… candido… continua a sciogliersi.

Dovessero, animo contrito, giudicarti adesso
chi di te fiuterebbe l'uomo incomprensibile
che non sapeva amare, l'uomo che nel dissipare
esibiva vocazione e per non perderla di vista,
la sofferenza la andava suonando porta a porta.

Adesso sei lì, ad un passo, inerte come un bonzo
e io qui, indissolubilmente intrappolati, inumata
rete di dolore tessuta da fendere, urlando, esausti:
esisto, reagisco, sopravvivo, palpito.

…Lui… adesso… è un uomo malato
devo aiutarlo, devo amarlo.

…Lui… adesso… è mio Padre.

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