Scritta da: Antonio Recanatini
Tra l'arido e sontuoso trono
io mi sporgo e alzo l'indice
verso il tempo, verso il mondo.
Cerco brividi nei sogni e rallento
il mio passo verso quelle lacrime azzurre,
e ammirarmi nelle mie folgoranti fughe,
indolenti e oscene come le maree.
Guardarsi dentro ed impazzire
tra profezie e credo, solitudine e follia,
fingersi ancora cieco e chiudere il cuore.
Maledetta vita che nulla hai di eterno!
mi trapassi, mi percorri e mi logori
con la violenza di uragano.
Vola basso e avrai la vita eterna,
vola in alto e guarderai da vicino
i falchi, pensa: potresti seguirli.
Siedo ancora, dormo ancora.
Maledetta vita che nulla hai di eterno!
Che vigili attraverso il tempo e nutri
gioie e dolori, apatia e sconcerto,
follia e paura, non mantieni i patti.
Corri forte prima degli altri,
corri lento e fermati a guardare,
osserva quanti residui lasciano
le tue malefatte e le tue vittorie,
non ci saranno storie, ma opinioni.
Ancora, maledetta vita che nulla hai di eterno!
Soggiorni nelle mie stanze e m'insegui
mi trastulli come una dea bendata,
volti pagine lasciando rughe e pene.

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