Scritta da: Pietro Nigro

Vedo morire colori di campi

Vedo morire colori di campi
squarciati da fiumi di lava,
da turiboli di pena espandersi fragranze
di resine,
ultimo addio di boschi agonizzanti.
Non griderò inutilmente parole di collera
retorici contorsionismi
di chi aspira al plauso della folla.
Non farò violenza ai violenti
ad aggiungere anelli ad una stessa nefasta catena.

Vorrei sentire urla di coscienze ridestate
e aprire occhi ciechi
per troppe tenebre di prigionia
in angusti anfratti di evoluzioni mancate,
e cantare canzoni
composte per questa occasione,
e avere compagni i gabbiani, e il vento
che porta aromi di mare
alle montagne assetate.
E il canto dirà che l'attesa non fu vana.

Siederemo allo splendore della vigna ritrovata
sotto la saggezza dei vecchi ulivi
in rassegnata attesa di anni.
Risentiremo i grilli di notte riempire di nostalgie
spazi di memorie
e non sembrerà triste la notte
come i giorni dietro le grate
dell'attesa tradita.
E navigheremo tra le stelle dei nostri antichi desideri
alla ricerca di approdi che abbiano un senso.

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