Scritta da: Alberto Iess

Le leggiadrie

Ma le lascive fanciulle
colle languide ciglia
e le chiome legate,
si specchiano anch'elle
tra le stelle beate?

Le mielose fragranze
delle loro vesti attillate;
le leggiadre dee delle
steppe alate son forse
tra noi uomini tornate?

Quelle candide bocche
sorridono ancora,
e son fontane di gioia
che si rendon più
fresche ora dopo ora.

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