Scritta da: Emmanuel Devan

Maestrale

Ecco, ritorna, Maestrale.
Invola di nuovo
caldi abbracci,
riportami
sulle sue labbra.

Ambra scura,
miele, seta,
spezie, veleno,
regno, voluttà,
possesso che freme
lussuria di sogni estasiati.

Tu, che vedesti
i suoi occhi
cercar di leggere
gli specchi oracoli
e, d'ebbrezza
d'Icaro invasa,
il nostro sempre,
avanzi.

E sul guscio
astrale
immergi
l'eterno fecondo
suicida nel ghiaccio
di sale.

Poi,
schiudi
la folla
delle tenebre,
il dì mortale,
sul biancore
delle sue ossa.

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