Scritta da: ROBERTO POZZI

L'angelo caduto

Come tanti angeli caduti
anch'io ho perso le ali,
non riesco più volare
nell'immaginazione della mente,
quella visione celestiale del paradiso
è irrimediabilmente offuscata
dalla mia naturale evoluzione!
Fuggendo dagli intricati labirinti
della mia sofferta esistenza,
da quei corridoi forzati
senza un'apparente via di fuga,
mi sono nuovamente rinnovato
incarnando un improbabile Icaro.
Con la medesima arroganza
ho commesso il suo stesso peccato,
con mitologica presunzione,
quasi pseudo divina,
mi sono avvicinato troppo
alla luce di Dio
rimanendo bruciato dal suo calore.
Sono precipitato su quest'arido mondo
così povero di spirito,
sognando quell'infinita serenità
di un paradiso ormai lontano
in quel predeterminato giorno,
quando il fanciullo in me
mi ha lasciato solo con la memoria
della traumatica gioventù.
Il mio giovane sé
infatti non esisteva più,
era definitivamente scomparso
con la morte dell'innocenza,
la purezza della mia anima
era rimasta contaminata
dall'inevitabile avanzare
dei tanti passaggi evolutivi,
come semplice mortale
non potevo mica
personificare la purezza divina,
pur essendo un portatore di luce
come quel dannato angelo,
la mia somiglianza a Lucifero,
era limitata alla mia arroganza
nel dimenticare la mia natura
da umano peccatore,
un pagano adoratore,
degli edonistici piaceri della vita!
Lungi dall'essere un esempio di virtù,
continuo sul mio cammino
come un'anima persa
che cerca di ritornare a casa,
alla spensierata beatitudine,
del proprio paradiso perduto!
Composta lunedì 26 agosto 2013

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