Brulicano di carezze le mie mani e fioriscono come prati di sangue le mie labbra.
Mi riempio la bocca di terra e sotto le palpebre è il germoglio ed il verme mentre stelle marine corrono sulle mie ossa che rosseggiano in fondo al mare.
Inghiotto il vento e soffio foglie mentre i miei occhi s'acciottolano nel fiume ed i miei capelli fluttuano nella corrente.
T'abbraccio e le mie braccia sono di neve e sabbia, ti bacio ed i mie baci sono di pioggia e vento.
Stenditi nel campo del mio petto e lascia che nella tua carne entrino dolci e violente le mie tenaci radici al canto intenso delle cicale che costellano di spighe il cielo.
Ho letto quasi tutto quello che Silvana Stremiz ha pubblicato su questo sito e non credo sia necessario il mio intervento a decantarne o sottolinearne le indiscutibili qualità.
Il testo qui inserito ha però una peculiarità che forse è sfuggita: l'autore è indicato come Anonimo segno evidente che la poesia è stata solamente "inserita" da Silvana la quale non se ne attribuisce affatto la paternità. Il che, semmai ce ne fosse stato bisogno, ci conferma che tra le qualità di Silvana non difetta certo l'onesta intellettuale.
Per completezza d'informazione, la poesia segnalata da Silvana dovrebbe essere di tale Emiliano Laurenzi di cui però non ho trovato notizie utili eccezion fatta per una breve raccolta di poesie la cui cifra stilistica ricalca molto quella qui citata.
Mi permetto di aggiungere che questi versi hanno, evidentemente, una loro forza evocativa dal momento che oltre alla citazione di Silvana può anche vantare un probabile plagio. In rete, infatti, ho trovato il testo di un'altra poesia ad opera di un certo Federico Melis che "somiglia" molto a quella del Laurenzi.
Possente...qui c'è una contaminazione mehisiana...tutti i grandi artisti incontrandosi si sono contaminati a vicenda creando nuove correnti...non spifferi. molto bella brava
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