Scritta da: Silvana Stremiz
Capodanno alla stazione
11 e 42
parte l'ultimo treno
come ieri e forse come domani
tu avvolto nel tuo marmo, rimbrotti
i panettoni dondolanti dei pendolari
e il vociare vernacolare dei ferrovieri

11 e 50
il tuo catarro stride sui binari vuoti
nelle rotaie di una vita
e nei piedi di una città assorta
nella nebbia e nell'indifferenza

11 e 57
le righe del tuo volto
volteggiano padrone nel silenzio del vecchio anno
canti felice per spiccioli di serenità
mentre fiocchetti e danzi libero
abbracciando di tenero amore la bottiglia di barbera
e le pupille affogano nel delirio dell'ebbrezza

00. 05

parte il primo fischio
ti alzi gelido, fiaccato
nel sospetto della vita che continua
rovesci le bollicine sulla piattaforma di catrame
poi a terra nuovamente
alla stazione di Milano.

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