Filastrocche


Scritta da: Cleonice Parisi
in Poesie (Filastrocche)

La preghiera del bambino

Avrei voglia di comprare
una stella in mezzo al mare
e d'accender veramente
chi il suo cuore più non sente.

Vorrei chiedere al divino:
Ma tu quanto sei vicino?

Io ti vedo in tante cose
e non sono poi costose.

Ci sei sempre nelle stelle
perché son brillanti e belle;

Ti ho anche visto su di un prato
eri un fiore colorato;

Eri pure nella neve
quando scende molto lieve;

Ma la gente stranamente
sembra non vedere niente;

Se sapessero divino
che nel cuore di un bambino
tu sei molto più vicino.
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    Scritta da: Cleonice Parisi
    in Poesie (Filastrocche)

    Il vecchio berretto

    Smarrì il suo berretto
    un dì un poveretto,
    strappato alla testa
    da un vento in tempesta.

    Rincorse per metri
    usando i suoi piedi
    quel vecchio berretto
    che un po' andava stretto.

    Ma il vento era allegro
    voleva giocare
    e il vecchio berretto
    non volle ridare.

    E alzandolo in volo
    lontano dal suolo
    sin su, sopra al tetto
    depose il berretto.

    "Rivoglio il berretto!"

    Gridò il poveretto.

    "È Vero è un po' stretto
    ma cosa mi metto?
    L'inverno è vicino
    ed io non ho tetto".

    Fu allora che il vento
    provò pentimento
    e il vecchio berretto
    portò al poveretto.

    "Non sono scorretto,
    ti porto rispetto,
    ti rendo il berretto ma tienilo stretto".
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      Scritta da: Cleonice Parisi
      in Poesie (Filastrocche)

      La Rosa dei Venti

      Rosa era bella come una stella,
      cercava tra i Venti i suoi pretendenti.

      Son l'Ostro e mi prostro.
      È il mio primo posto?

      Poi giunse dal mare il vento Maestrale:

      Al tuo primo posto mi inchino sir Ostro
      ma inver poco vale, io sono il Maestrale.

      Permesso, permesso,
      son giunto or, ora,
      che in giro si sappia io sono la Bora;

      È giunto tra voi il vento Scirocco,
      suonate campane il vostro rintocco!

      Scusate se sfreccio
      io sono il Libeccio,
      non è per capriccio
      ma tolgo l'impiccio.

      Non vale, non vale
      son su per le scale
      aprite il portale
      io sono il Grecale;

      La giovane Rosa rispose un po' ombrosa:

      Non basta una prosa
      per cogliere Rosa
      non dono il mio cuore
      se non sento amore!
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        Scritta da: Cleonice Parisi
        in Poesie (Filastrocche)

        Febbraio il Gaio

        E poi giunge il mese gaio,
        ecco a voi messer febbraio;

        È dei mesi l'Arlecchino
        inquieto e birichino;

        Porta festa al bel paese,
        è assai bello questo mese;

        Tra una burla ed un saltello
        tieni aperto ancor l'ombrello;

        È dei cuori il malandrino
        vien con lui San Valentino;

        In febbraio gioir ti spetta
        ma fai presto non ti aspetta.
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          Scritta da: Cleonice Parisi
          in Poesie (Filastrocche)

          La Pazienza del Tonno

          Che Pazienza!
          Disse il tonno dal suo viaggio di ritorno.
          Sono ben stanco di viaggiare
          mi vorrei un po' riposare.

          Che Pazienza!
          Che Pazienza!
          Disse l'uomo alla sua lenza.
          Sono ben stanco di aspettare
          un bel tonno ho da pescare.

          Ma all'orecchio di quel tonno
          quel parlar fece ritorno,
          e nel ritrovar Pazienza
          scappò via da quella lenza.

          Non son stanco di viaggiare
          se la vita ho da salvare,
          faccio appello alla Pazienza
          quando incontro l'emergenza.

          E così riprese il mare.

          Che Pazienza!
          Che Pazienza!
          Disse l'uomo nel tirar lenza.
          Nessun tonno ho haimè pescato
          questo mare e tanto ingrato.

          E così riprese la via del suo paese.

          Benedetta la Pazienza!
          Disse l'esca sulla lenza.
          Devo a te la mia esistenza, coltivate la Pazienza!
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            Scritta da: Cleonice Parisi
            in Poesie (Filastrocche)

            Gennaio il Timoniere

            La candela della notte
            a gennaio riaccende sorte.

            È sul fil della speranza
            che riprende poi la danza.

            Di gennaio devi sapere
            che dell'anno è il timoniere
            e che sotto questo influsso
            ogni mese vedrà lustro.

            Guarda al mese del tuo lancio,
            in gennaio non far bilancio,
            tutto è ancora da vedere
            forza, avanti timoniere.
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              Scritta da: Cleonice Parisi
              in Poesie (Filastrocche)

              Il futuro che verrà

              Il futuro che verrà sarà bello? Chi lo sa?

              Se lo chiedo al menestrello, lancia in aria il suo cappello.
              Se lo chiedo al farmacista, mi diventa un po' un artista;
              Se lo chiedo poi al monello, non lo sa neppure quello.

              Del futuro stranamente, non mi sanno dire niente.

              Sarà vero pure questo
              il futuro è un po' indigesto,
              sullo stomaco ci resta
              quel che non rimane in testa.

              Il futuro è un manifesto
              che ti vuol tener desto,
              ma se è troppo nella mente
              ti dimentichi il presente.

              Il futuro che verrà sarà bello? Chi lo sa?

              Mi risponde il menestrello intonando uno stornello:

              Son felice di abitare il presente in riva al mare
              e del mio futuro sò, che riavrò quello che ora dò.
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                Scritta da: Cleonice Parisi
                in Poesie (Filastrocche)

                L'inverno è alle porte

                Quando il freddo è alle porte
                butti via le gonne corte
                ed infili in tutta fretta
                la più calda tua maglietta.

                È l'Inverno non stupire
                prima poi deve venire
                con l'Autunno suo fratello
                porta in spalla un gran fardello.

                La natura tutta quanta in
                Inverno mal comanda
                i suoi teneri boccioli
                non diventan sempre fiori;

                Ed il passero sul ramo
                è un po'rauco al suo richiamo,
                lui fischietta stranamente
                ma neanche lo si sente.

                Ma lo sai o non lo sai!
                La fortuna che tu hai?

                Sotto un tetto riparato
                dal piumino riscaldato
                e l'inverno è già passato.

                Ma ti resti sempre a mente
                ogni essere vivente
                che d'inverno poveretto
                non possiede neanche un tetto.
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