Filastrocche per bambini


Scritta da: Antonio Belsito
in Poesie (Filastrocche)
È un valzer di ipocrisia
dammi una mano che poi
- chissà -
ti dono la mia
così ti dico
parole portate dal vento
affinché tu
poi
- e solo poi -
capisca che io non sento
così è tutto giustificato
non si guarda in bocca
a caval donato
e amarezza
non puoi recriminare
perché c'è stata una reciproca
carezza
e
- allora -
taci
che sei nell'Eden luccicante
di un vizioso birbante
e cerca di convincerti
che tu sei sbagliato
perché tanto
in questo mondo
è già tutto consumato.
Quindi
- anche tu -
fatti prendere
per il culo
che la vita passa
ed è meglio ragliare
come un mulo.
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    Scritta da: Mardie
    in Poesie (Filastrocche)

    Il gallo piacione

    Guarda che buffo il gallo piacione!
    Non ha ancora smesso di fare il pavone.
    Canta, si gonfia, sbatte le ali
    la sua superbia non ha uguali.
    Nel suo pollaio oggi è arrivata
    una nuova gallina un poco spennata.
    È piccola, rossa, un po' grassottella:
    tra tutte quante non è la più bella.
    Ma la gallina non può restare
    la sua libertà vuol riconquistare.
    È stata sola per troppo tempo
    e quel pollaio è proprio un tormento.
    Una gallina le lancia un'occhiata
    due brune la squadran e sghignazzan
    "è spennata!"
    Una bionda gallina, lo sguardo un po' spento
    si ferma e la osserva un lungo momento
    quindi, rivolta alla mora al suo fianco,
    dice ridendo: è proprio uno schianto!
    Ma un gallo è un gallo, questo si sa:
    qua c'è di mezzo la virilità!
    Eccolo! Avanza! Le penne son ritte!
    La sua tracotanza non ammette sconfitte.
    Tra cresta e bargiglio un occhio assassino
    osserva la preda e le ammicca un tantino
    quindi zampetta sicuro al suo fianco,
    le sfiora le piume e lancia il suo canto.
    La rossa gallina si arresta agitata:
    "questo bel gallo mi ha conquistata!
    Canta per me, mi liscia le penne,
    mi ronza attorno con aria solenne!"
    E sbatte gli occhi con aria sognante
    mentre si accosta un po' titubante.
    Le altre galline becchettan nervose
    osservan la scena: già sanno le cose.
    Da dove viene quella gallina?
    Dai! Non può essere tanto sciocchina!
    Una grassa gallina, le piume ricce
    arriva al suo fianco e piano le dice:
    "attenta cara! Qua siam tutte prede
    lui fa i suoi comodi ma non ti vede.
    Per molto tempo mi sono illusa
    che nel suo cuore mi avesse chiusa"
    dagli occhi chiari, dietro gli occhiali,
    spuntan due lacrime e sbatte le ali.
    "Ma un gallo è un gallo: cuore non ha!
    Una sola cosa lui fare sa.
    Ti fa sentire una regina
    e quando poi cadi, un'altra avvicina!
    È molto bravo nel corteggiare
    ma è l'unica parte che sa recitare.
    Osserva ora, guarda tu stessa:
    quella che arriva è davvero fessa!"
    Una gallina slanciata ed alta
    va verso il gallo che subito canta.
    La graziosina, gli occhi adoranti,
    non vede una buca e gli ruzzola avanti.
    Pronto si alza con aria confusa
    e di repente gli chiede scusa.
    Galante il gallo fa la sua parte
    e non la tira nemmeno in disparte.
    Quindi, mollata la spilungona,
    guarda la rossa con aria sorniona.
    Gonfia il suo petto, le fa l'occhiolino,
    improvvisa un balletto e le torna vicino.
    Subito il becco tenta un approccio
    ma la rossina si fa di coccio.
    "Su! Non assumer quell'aria dolente!
    È solo un'amica! Non conta niente!"
    Le sta sussurrando con aria suadente.
    Ed il suo occhio è talmente sincero
    che per un attimo lei pensa sia vero.
    Di colpo il gallo si fa incalzante
    e la sciocchina cede all'istante.
    Ecco! Il misfatto ora è compiuto:
    un altro colpo del bel pennuto
    che d'improvviso si fa beffardo
    mentre in un attimo riprende il largo.
    In mezzo al pollaio passa spavaldo
    l'occhio annoiato, ma il passo baldo.
    È nato solo per dimostrare
    che il suo mestiere lui lo sa fare.
    "Povero gallo! Che vita trista
    se l'esistenza è solo una lista!
    Ma in una lista non voglio stare:
    ho tante cose ancora da fare
    ed il mio cuore sa ancora amare!"
    Lancia uno sguardo la saggia rossina
    al tronfio pennuto e alla sua scia.
    Poi spicca un balzo e vola via.
    Composta martedì 30 giugno 2020
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      Scritta da: Mardie
      in Poesie (Filastrocche)

      Il cinghiale mangione

      Il cinghiale vien di giorno
      quando sente: è mezzogiorno!
      Il suo pelo è tutto bianco
      per distinguerlo dal branco.
      Il suo naso è sopraffino:
      già pregusta il saporino
      della pappa preparata
      dalla tata sua adorata.
      Ora a tavola si mette
      e un salam si mangia a fette.
      La lasagna poi addenta
      giusto insieme alla polenta.
      Il ragù è una tentazione:
      ci sarà una soluzione?
      Ma la tata lo bacchetta:
      "guarda un po' la tua pancetta!
      Hai mangiato i tortelloni
      ed un chil di cannelloni!"
      Il cinghiale, un poco mesto,
      lascia lì la pasta al pesto.
      Ma la torta poi lo tenta
      e sul dolce lui si avventa.
      La sua tata è disperata:
      si è mangiato una frittata!
      E gli urla: "vieni via!
      Sta aspettandoci la zia!
      Non lo sai ma son le otto!
      Presto! Mettiti il giubbotto!"
      Il cinghiale è addolorato
      e si alza un po' affamato
      ma la tata sua amorosa
      gli regala una gassosa.
      Il cinghiale va di notte
      rotolando come botte.
      Composta martedì 15 gennaio 2019
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        Scritta da: Bernardo Panzeca
        in Poesie (Filastrocche)

        Sant'Antonio

        C'era una chiesa
        al centro del paese
        dove al suo interno
        viveva un Santo paterno.
        Ogni qualvolta
        Giugno arrivava
        quel gran sagrato
        veniva abbracciato.
        Erano tredici
        i giorni di festa
        tutti quanti
        toccavano le vesta.
        Era un Santo
        davvero amato
        con quel suo giglio
        veniva implorato.
        Gesù Bambino
        in braccio teneva
        che grande pace
        agli animi infondeva.
        Viva Sant'Antonio
        in coro gridavano
        quel giorno tredici
        tutti si rallegravano.
        Composta sabato 13 giugno 2020
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          Scritta da: Carmine De Masi
          in Poesie (Filastrocche)

          Decalogo sul Coronavirus

          Tante regole da rispettare
          Per evitare d'infettare
          È obbligatorio tenere la distanza
          Anche se ti trovi una stanza
          Non andare in luoghi affollati
          Evitare sempre contatti ravvicinati
          Lavarsi le mani frequentemente
          da farlo spesso e ripetutamente
          Strofinare con l'acqua o disinfettante
          sicuramente non è umiliante
          Sull'avambraccio devi starnutire
          anche se devi tossire
          Una volta usato il fazzolettino
          lo devi gettare nel cestino
          Mani, bocca e occhi non ti toccare
          in modo che non ti puoi contagiare
          Se hai sintomi come l'influenza
          Cerchi di non perdere la pazienza
          Chiama immediatamente il tuo dottore
          lo puoi scomodare in tutte le ore.
          Composta domenica 26 aprile 2020
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            in Poesie (Filastrocche)
            Ti chiami Corona,
            ma non sei un re,
            sei un virus prepotente
            che non vale un granché.

            E anche se non è più carnevale,
            le mascherine dobbiamo indossare.
            Pensiamo all'igiene e alle pulizie delle mani
            e cerchiamo di stare lontani.

            Facciamo di tutto per fermarti
            e tu, virus non riuscirai a infettarci.
            L'Italia si salverà
            e un lieto fine ci sarà.
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              Scritta da: Emanuele
              in Poesie (Filastrocche)

              La quinta stagione

              Furono erti muri e barriere,
              l'uno trovò nell'altro l'essenziale a cui appartenere;
              furono erti muri e barriere,
              spuntò il tricolore dell'Italia unita sulle bandiere.
              Saranno abbattuti barriere e muri,
              verranno nuove prove e uomini più maturi;
              saranno abbattuti barriere e muri,
              sulle rovine costruiremo pensieri più sicuri.
              Anche la primavera giunse con ordine
              insieme a poche nuvole e neanche una rondine,
              arrivò più pulita e ubbidiente
              a rallegrarci il cuore, riconoscente.
              Composta mercoledì 8 aprile 2020
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