Ogni cosa che non riesci a spiegarti
ha un senso nel tuo più intimo desiderio.
Ma solo quando il desiderio si starà spegnendo,
potrai dire di averla capita.
E a quel punto
ti ascolteranno tutti.
Tutti,
tranne il tuo desiderio perduto.
Chiamami Amore
sottovoce,
se qualcuno ti sentisse
potrebbe scegliere di chiamarmi allo stesso modo.
E rimango a metà,
tra ciò che avrei voluto
e ciò che vorrei.
Perché ciò che ora ho,
non lo voglio.
Capace
di credere a tutto.
Libera di non credere a niente.
Ridicoli,
pateticamente attaccati
a misere abitudini
che non ci appartengono più.
Vite perdute
a elemosinare affetto...
vite perdute
elemosinando affetto. Soli,
per sempre.
A un tratto ricadere
dove si nasconde il tuo sorriso e
lacrime, come rugiada
di primo mattino,
da accarezzare.
Non mutano i sogni, non mutano le speranze.
Profuma di entusiasmo già vecchio il settembre di due anni fa.
Polvere su valigie che mai avevo chiuso.
Emozioni di un presente che è già un ricordo.
Polvere su nomi che non cancellerò.
Settembre... ora pieno di ombre
incombenti. Ombre di foglie lente,
cullate dalla dolce agonia del loro baratro.
E prima che rinascano le foglie
Ancora sogni, ancora altre speranze.
Ancora polvere su valigie che non richiuderò.
Una gabbia
divisa in due.
Dietro le sbarre tutto,
dall'altra parte io.
Per quella voce che non ho...
ho parole
che gridano nel cuore.
Cose fatte mille volte,
cose che ora non ricordo più,
cose che faccio di nuovo,
per una prima volta.