Poesie di Tommaso Mazzoni

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Scritta da: Tommaso Mazzoni

Dunque, chi sono io?

Dunque, chi sono io?

Sono colui che ama Iddio, che Lo rispetta,
che segue le Sue Leggi, che Lo prega,
che ama le Sue creature, e si commuove
al più piccolo atto d'amore...

Sono colui che, quando passa
davanti a una chiesa, a un camposanto,
dice una preghiera, si fa il segno della croce;
che fa una lacrima se gli passa davanti uno storpio...

Sono colui che, quando guarda il cielo,
gode dell'immensità della sua volta
e pensa a tutto il creato e al suo Creatore,
come pensa all'atomo, all'Infinito...

o son piuttosto colui che critica il suo Dio
quale grande creatore di inutili cose;
che lo critica per le guerre, le zanzare,
per la fame dei poveri, per l'abbondanza dei ricchi...

Per tutte le malattie, che circondano
la gente debole, inerme a combatterle;
per l'ignoranza, la ristrettezza del cervello umano
e l'ottusità che non permette spesso decisioni sagge

Per non aver saputo infondere il sentimento
dell'amore a tutte quante le sue creature;
per non aver creato gente abile a difendersi
dall'accanirsi del dolore che stronca le fibre più forti...

Dunque chi sono io, mio Dio?
Perché mi hai dotato di ragionamento, ma non mi permetti
di capire fino in fondo chi sono, perché ci sono,
e dove andranno i Tuoi figli, e i figli dell'uomo...?
Tommaso Mazzoni
Composta domenica 22 luglio 1990
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    Scritta da: Tommaso Mazzoni

    La rosa

    Chi una rosa
    offre,
    offre l'amore.

    O fiore,
    che dell'amor
    sei il simbolo più eletto,
    che di speranza nutri,
    e di poesia,
    la timida fanciulla
    che ti accoglie,
    tu sai,
    rosa odorosa,
    come coprire
    le tue punte aguzze,
    intanto
    che il tuo profumo
    inebria la ragione.

    Anche l'amore
    cela
    le pungenti spine
    di un'aspra vita,
    con le tenui foglie
    della gioventù.
    Ed è perciò,
    che tu, fanciulla,
    accogli,
    inebriata e ignara,
    coi colorati petali,
    quelle doppie spine:
    e della vita mendace
    e della rosa.
    Tommaso Mazzoni
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      Scritta da: Tommaso Mazzoni

      Vecchia fotografia

      Rovistando alcune carte
      abbandonate e impolverate,
      mi cade in terra, proprio qui davanti,
      una vecchia tua fotografia.
      La prendo su e ti guardo:
      dovevi avere circa dodici anni,
      e c’erano due amiche insieme a te.

      Passeggiavi con esse
      disinvolta e compiaciuta:
      tutto era bello, in fondo, e tanta gioia
      sprizzava dal tuo volto entusiasmato.
      Il sole, in cielo, alto, senza nuvole,
      il tuo sguardo smaltò su quella foto,
      unica testimonianza giunta sino a me
      di un tuo così bel giorno.

      Avrei voluto anch’io esserti accanto,
      per essere con te, fanciullo con fanciulla,
      qual foglia verde accanto al fiore in boccio,
      ma non ti avevo ancora incontrata.
      Pensa, ancora non ti conoscevo.

      Sono trascorsi giorni, mesi ed anni.
      Il fiore adesso è molto profumato,
      dischiuso e sobriamente colorato.
      La foglia, col passar delle stagioni,
      non è più di un bel verde come allora,
      ma è ancor forte, ben salda e assai diritta.
      Ma soprattutto è ancora vicinissima
      a quell’unico fiore, che sei tu!
      Tommaso Mazzoni
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        Scritta da: Tommaso Mazzoni

        Pergamena

        La luna, alta e intera nel cielo,
        illuminava il paesaggio,
        mentre le ombre,
        che correvano insieme alle nuvole
        spinte da una fresca brezza di maestrale,
        danzavano fra gli scogli bruni
        e le tamerici salmastre.
        Le onde baciavano la riva,
        la riva attendeva l'onda,
        mentre la brezza della sera
        ci faceva avvicinare l'uno all'altra,
        in quella incantevole notte
        di mezz'estate.

        Il fragore delle onde,
        il profumo del mare,
        il rumore del vento,
        la danza delle ombre
        esaltavano, unendosi,
        il tuo splendore di bimba
        nell'attesa
        di una mia promessa d'amore.

        Ad un tratto
        si dissiparono le ombre,
        il vento si placò,
        il profumo si fece più intenso
        e la calma del mare
        permise ai nostri sì
        di scambiarsi le labbra,
        nel nostro più profondo e assoluto
        intimo silenzio.

        Per tante sere ancora
        l'irreale scenario
        accolse le nostre parole d'amore,
        e un lustro più tardi
        dal nostro primo incontro,
        vita a vita,
        sole, luna, stelle,
        mare, cielo,
        profumo,
        tutto:
        nascesti tu,
        a cui oggi affido,
        da scrigno a scrigno,
        da padre a figlio,
        questo mio incontaminato,
        meraviglioso,
        eterno,
        testamento d'amore.
        Tommaso Mazzoni
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          Scritta da: Tommaso Mazzoni

          Temporale ad Akragas

          Colonne,
          nude file di colonne
          erette verso il cielo,
          dalle trabeazioni spezzate,
          erose, rotolate
          giù per il crinale.

          Dal didentro
          dell'antico tempio semidistrutto,
          nel silenzio più profondo,
          nella pace degli olivi,
          sulla cima della collina
          inverdita, mi guardo intorno,
          e il tempo trascorso
          di secoli e millenni,
          come l'immensità di questo cielo,
          mi rivela in uno l'infinito,
          il passato, il presente,
          l'incerto ed il certo domani.

          Canti greci, elevantisi
          dall'ara più distante,
          echeggiano per la valle.
          (Ma quel metro, quel ritmo,
          o Cantore di questa terra travagliata,
          non hai tu carpito
          prima di riposare
          sotto quel pino solitario? ).

          Ecco avanzarsi il temporale
          dalle minacciose cupe nubi d'autunno
          guidate dal caldo vento di scirocco.

          Con il volto verso il cielo,
          immerso in un canto corale,
          raggiunto dall'acre odore
          di corpo sacrificale
          al concludersi del rito,
          resto così, assorto, muto,
          colonna fra le colonne immobile,
          bagnato dalla pioggia.

          La stessa pioggia che da sempre
          cede il passo alla secca saetta
          che, accecante ed assordante,
          Giove Pluvio decreta.
          Tommaso Mazzoni
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            Scritta da: Tommaso Mazzoni

            La mia tavolozza

            Che peccato non essere un pittore!

            Ti ho guardata: gli occhi tuoi chiari,
            i capelli castani, il nasino all'insù,
            la faccina rotonda, mento ovale,
            il collo lungo, nobile, stile Modigliani,
            la pelle chiara, lo sguardo sorridente,

            con una tela, pennelli e tavolozza,
            ben presto avrei fissato quel momento
            in cui tu hai risposto al mio "buongiorno!".

            Studierò disegno, mi eserciterò nella pittura,
            comprerò tela, pennelli, colori e tavolozza:
            tutto quanto occorra per ritrarti.

            Attaccherò questo quadro del tuo volto
            nel mio gremito studio dei ricordi,
            nella fantasiosa galleria
            delle immagini belle ed armoniose
            che, attraverso l'arte, riescono a parlare
            direttamente all'anima, senza parole.
            Tommaso Mazzoni
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              Scritta da: Tommaso Mazzoni

              Rose rosse

              Venticinque rose rosse ho qui per te.
              Te le mando, te le porgo da lontano:
              venticinque sono gli anni che vicino
              sono stato, e son tuttora, insieme a te.

              Vorrei dir del nostro amore e delle pene,
              ma conosci di quest'anni il bene e il male;
              questo amore che, cercando, non ha uguale
              è legame, e non esistono catene.

              Tanti, tanti, tanti auguri a te, Graziella,
              ideale mia compagna della vita
              da quei giorni, ormai lontani, che eri "Lella".

              La tanta stima per te, e non s'è assopita,
              questo amore che ogni giorno si rinnova,
              tutt'e due ne son per me la vera prova.
              Tommaso Mazzoni
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