Scritta da: Sir Jo Black
in Poesie (Poesie personali)
Dolce cristallo
Dolce anfora di fremente cristallo,
aperta verso i miei sensi,
ti riempirò della mia acqua
che è trasparente color di vita.
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Dolce anfora di fremente cristallo,
aperta verso i miei sensi,
ti riempirò della mia acqua
che è trasparente color di vita.
Dove l'ombra s'allunga
davanti il cammino,
seguo la linea.
Passi sempre più pesanti
tagliano le gambe.
Il vento spinge,
l'ombra s'allunga.
Il vento spinge,
la luce s'allontana.
Il vento spinge,
l'aria manca.
Quì,
sulla linea grigia:
con le gambe tagliate,
senza speranze.
Nel buio,
senz'animo,
senz'aria nel petto,
ma sguardo alto e passo antico.
Copri d'anima la mia anima,
riempi di vita il mio abbraccio,
alza al cielo il mio cuore,
suona la tua arpa nel mio cielo.
In questa notte,
nudo sotto le stelle,
danzerò per te.
E tempi e spazi
s'aprono, si richiudono.
Ferite e cicatrici.
Sogni, poi segni!
Giorni nuovi salgono giovani:
incontro ancora emozioni calde,
un cristallo separa e unisce distanze.
Dalla vita nuovi sapori d'anima.
Immergo pensieri a toccar sensazioni:
travesto l'aria di nuovi odori,
travesto questo cuscino di sensi,
abbraccio sentire e piacere.
Sento il vuoto intorno,
giornate nere,
senza anima,
coprono la mia via.
Il passo,
divenuto lento,
annegato nel tempo,
ha perso colore!
Nella coppa del dolore,
oggi verso il sangue dell'anima...
Forse domani
lo berrò!
Verso lacrime nell'acqua
nera, immobile nel tempo
sotto il cielo che non parla di gioia.
Non ho più ragioni per pregare.
Il tempo incombe...
Immobili paure attraversano i giorni
Desideri sempre più stanchi accendono l'anima
Passi sempre più antichi muovono soliti
Il tempo è congelato nel ripetersi...
Uguale.
Rimarranno parole,
ai campi cenere,
un giorno
di me!
Che inferno colga occhi vuoti,
ragioni che non sentono,
non vedono fiori,
sprecano vita.
Indifferenti occhi
bruciano tempo,
prendono nulla.
Che inferno colga mani piene,
ragioni che non sentono,
non seminano fiori,
sprecano terra.
Indifferenti mani
seminano nulla,
prendono carestia.
Che inferno colga bocche avide,
ragioni che non parlano,
non cantano fiori,
sprecano vento.
Indifferenti bocche,
respirano aria,
prendono vuoto.
Che inferno vi colga
ignavi.