Le migliori poesie di Rita Stanzione

Nato (Italia)
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Scritta da: Rita S.

Vecchio

Non smorzate le luci:
non ancora è il momento
ch'io mi assopisca...
Sono già stato il mio tempo
anello della catena
che cresce e s'allunga
nelle vostre vite.
Forte
e anche fallace
... come voi.

Oggi sono lo stesso di sempre
solo coperto da un guscio ingrato
che vi evoca pena.
Ma l'unicità del mio essere
non la baratto
con una veste moderna:
non sono moderno
... semplicemente io sono.
E avrei pagine da raccontare
dalla mia raccolta di appunti
... ma non c'è tempo
per le fiabe scadute.

Scappate, voi
presi dal gorgo
che piega gli affetti
in dosi centellinate.
Non badate
alle parole scollegate
di un vecchio
"il nonno
ha detto qualcosa...
chi è riuscito a sentire?"
Andate... correte...
io vi aspetto...
Rita Stanzione
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    Scritta da: Rita S.

    Quanta vita

    Quanta vita mi hai preso,
    quanti giorni vissuti nell'assurdo,
    quante notti insonni e minacciose,
    quanti suoni martellanti
    e parole versate addosso
    come piene di fiumi violenti.

    Raffiche di parole orribili
    per ricordarmi che eri sempre lì,
    che mai avresti mollato,
    anche a costo di vedermi morire,
    vedermi morire dentro
    o morire del tutto.

    Io che mi sento
    e sempre mi sono sentita
    come albero dritto e fiero,
    che si fa spezzare dalla tormenta
    ma non si china al suolo.
    No, non mi chino alla tua furia,
    alla tua volontà pazza e meschina,
    preferisco ferirmi e spezzarmi.

    E questo ti accresce ancor di più
    la rabbia e l'ostinazione di volere
    qualcosa che non ti è dovuto,
    e ancor meno ti è dovuto quel rispetto
    di cui tanto vorresti riempirti.

    Non hai dignità di persona,
    strisciante sei, come verde serpe,
    preda di mostruosità di pensieri
    che creano violenze e soprusi,
    un agire cieco, sordo, folle...

    Quanta vita mi hai tolto,
    quanti segreti rubati e mortificati,
    quante pressanti minacce, e ricatti,
    quanti bui momenti e giornate buttate,
    tutta vita percossa, sprecata.

    Un abisso, sì, un abisso,
    si schiuda improvviso sotto il tuo passo.
    Quanta vita mi hai preso...
    e quanta ancora potrai?
    Rita Stanzione
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      Scritta da: Rita S.

      Un fagotto

      Ho fatto un fagotto
      di fiabe e fandonie,
      di luoghi comuni,
      di frasi già fatte.

      Ci ho messo i racconti
      di mamme e di nonni,
      le mode e i cliché
      le fedi e gli inganni,
      e ogni illusione
      inventata per l'uomo.

      Ho aggiunto entusiasta
      le facili lodi
      di chi non ascolta,
      lusinghe sfacciate,
      mielose preghiere,
      i versi cantati
      con le belle rime,
      proverbi, rimedi,
      scongiuri, bugie.

      Il peso degli occhi
      coi loro giudizi,
      le dita puntate,
      i ridicoli gesti
      di chi non ha voce
      per farsi ascoltare,
      gli intrighi e le trame
      per farci inciampare.

      Gli stili pomposi,
      la forma perfetta,
      le pillolette
      che danno saggezza,
      la voce impostata
      per fare più effetto,
      i sorrisi stampati,
      i falsi e cortesi,
      i modi affettati
      e il sottile bon ton.

      E nella mia foga,
      ancor più decisa,
      ho tolto i cimeli
      dal vecchio baule,
      i futili segni
      dei tempi passati,
      carcasse ormai erose,
      inutili pesi.

      Che leggerezza
      improvvisa, inattesa,
      se avessi saputo
      lo stato beato
      ci avrei già pensato
      prima ancor di capire.
      Rita Stanzione
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        Scritta da: Rita S.

        Te...

        Mi hai fatto vibrare
        anima, corpo e pensieri,
        con il tuo essere, con il tuo fare
        genuino, immediato,
        selvatico, puro.

        Un volto dipinto, una voce toccante,
        le tue parole, sublimi e triviali,
        sincere, in scenario creato...

        Passione, melodia di sensi,
        fantastico turbinìo di emozioni
        che girano forte, gemendo,
        nella sensuale, ludica danza
        del dare ed avere.

        Voglio vederti, devo sfiorarti,
        fermarti, tenerti...
        stampare su te le mie labbra,
        adagiare su te il mio profumo,
        godere il tuo essere intenso,
        aprire le gemme ormai colme
        di tutto l'ardore di te.
        Rita Stanzione
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          Scritta da: Rita S.

          Benvenuto 2010

          Avere un anno migliore...
          come tanti desideriamo...
          basterebbe agire col cuore
          e fare di noi quel che siamo,
          senza coprirci di inutili inganni...
          e poi respingiamo i soprusi
          lottiamo contro i tiranni
          spingiamo via tutti gli abusi,
          guardiamo a chi ha meno di noi
          e facciamo qualcosa per loro,
          scordiamoci chi prima o poi,
          pensando sempre a sé solo,
          soffrire ci fa, e con anima fiera
          e nuove, belle intenzioni reali
          andiam verso la primavera
          coi sogni vestiti di splendide ali.
          Rita Stanzione
          Composta venerdì 1 gennaio 2010
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            Scritta da: Rita S.

            Così ti voglio

            Assapora
            quella virgola di malizia
            che sorride tra le ciglia
            quando i miei occhi
            si accendono
            come spicchi di luna
            dolci e taglienti.

            Percorrimi
            la corolla delle labbra
            con tocco di artista
            che spalma la tela preziosa
            di morbida pittura.

            Insinuati tra le pieghe
            delle mie grazie
            come un peccato
            che nasce dai sensi vivi

            e penetrale
            fino a riempirtene
            ogni cellula che respira
            e ogni filo di ragione.

            Fammi toccare sulla pelle
            il tuo profumo
            denso di desiderio.

            Godimi addosso
            mentre la tua energia
            non conosce più fine
            e la tua linfa di passione
            che erompe ineluttabile
            scende, rivolo
            tra le assetate sinuosità.

            Addosso, così ti voglio.
            Rita Stanzione
            Composta domenica 7 marzo 2010
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