Le migliori poesie di Pedro Salinas

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Scritta da: Marilù Rossi

Sì, al di là della gente

Sì, al di là della gente
ti cerco.
Non nel tuo nome, se lo dicono,
non nella tua immagine, se la dipingono.
Al di là, più in là, più oltre.

Al di là di te ti cerco
Non nel tuo specchio e nella tua scrittura,
nella tua anima nemmeno.
Di là, più oltre.

Al di là, ancora, più oltre
di me ti cerco. Non sei
ciò che io sento di te.
Non sei
ciò che mi sta palpitando
con sangue mio nelle vene,
e non è me.
Al di là, più oltre ti cerco.

E per trovarti, cessare
di vivere in te, e in me,
e negli altri.
Vivere ormai di là da tutto,
sull'altra sponda di tutto
- per trovarti -
come fosse morire..
Pedro Salinas
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    Scritta da: mor-joy

    Eterna presenza

    Non importa che non ti abbia,
    non importa che non ti veda.
    Prima ti abbracciavo,
    prima ti guardavo,
    ti cercavo tutta,
    ti desideravo intera.
    Oggi non chiedo più
    né alle mani, né agli occhi,
    le ultime prove.
    Di starmi accanto
    ti chiedevo prima,
    sì, vicino a me, sì,
    sì, però lì fuori.
    E mi accontentavo
    di sentire che le tue mani
    mi davano le tue mani,
    che ai miei occhi
    assicuravano presenza.
    Quello che ti chiedo adesso
    è di più, molto di più,
    che bacio o sguardo:
    è che tu stia più vicina
    a me, dentro.
    Come il vento è invisibile, pur dando
    la sua vita alla candela.
    Come la luce è
    quieta, fissa, immobile,
    fungendo da centro
    che non vacilla mai
    al tremulo corpo
    di fiamma che trema.
    Come è la stella,
    presente e sicura,
    senza voce e senza tatto,
    nel cuore aperto,
    sereno, del lago.
    Quello che ti chiedo
    è solo che tu sia
    anima della mia anima,
    sangue del mio sangue
    dentro le vene.
    Che tu stia in me
    come il cuore
    mio che mai
    vedrò, toccherò
    e i cui battiti
    non si stancano mai
    di darmi la mia vita
    fino a quando morirò.
    Come lo scheletro,
    il segreto profondo
    del mio essere, che solo
    mi vedrà la terra,
    però che in vita
    è quello che si incarica
    di sostenere il mio peso,
    di carne e di sogno,
    di gioia e di dolore
    misteriosamente
    senza che ci siano occhi
    che mai lo vedano.
    Quello che ti chiedo
    è che la corporea
    passeggera assenza,
    non sia per noi dimenticanza,
    né fuga, né mancanza:
    ma che sia per me
    possessione totale
    dell'anima lontana,
    eterna presenza.
    Pedro Salinas
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      Non ho bisogno di tempo
      per sapere chi sei:
      conoscersi è luce improvvisa.
      Chi ti potrà conoscere
      là dove taci, o nelle
      parole con cui tu taci?
      Chi ti cerchi nella vita
      che stai vivendo, non sa
      di te che allusioni,
      pretesti in cui ti nascondi.
      E seguirti all'indietro
      in ciò che hai fatto, prima,
      sommare azioni a sorriso,
      anni a nomi, sarà
      come perderti. Io no.
      Ti ho conosciuto nella tempesta.
      Ti ho conosciuto, improvvisa,
      in quello squarcio brutale
      di tenebra e luce,
      dove si rivela il fondo
      che sfugge al giorno e alla notte.
      Ti ho visto, mi hai visto, ed ora,
      nuda ormai dell'equivoco,
      della storia, del passato,
      tu, amazzone sulla folgore,
      palpitante di recente
      ed inatteso arrivo,
      sei così anticamente mia,
      da tanto tempo ti conosco,
      che nel tuo amore chiudo gli occhi,
      e procedo senza errare,
      alla cieca, senza chiedere nulla
      a quella luce lenta e sicura
      con cui si riconoscono lettere
      e forme e si fanno conti
      e si crede di vedere
      chi tu sia, o mia invisibile.
      Pedro Salinas
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        La voce a te dovuta

        Il modo tuo d'amare è lasciare che io ti ami.
        Il sì con cui ti abbandoni è il silenzio.
        I tuoi baci sono offrirmi le labbra perché io le baci.
        Mai parole o abbracci mi diranno che esistevi e mi hai amato: mai.
        Me lo dicono fogli bianchi, mappe, telefoni, presagi; tu, no.
        E sto abbracciato a te senza chiederti nulla,
        per timore che non sia vero che tu vivi e mi ami.
        E sto abbracciato a te senza guardare e senza toccarti.
        Non debba mai scoprire con domande, con carezze,
        quella solitudine immensa d'amarti solo io.
        Pedro Salinas
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          Scritta da: Marilù Rossi

          La voce a te dovuta

          Se mi chiamassi, sì,
          se mi chiamassi.
          Io lascerei tutto,
          tutto io getterei:
          i prezzi, i cataloghi,
          l'azzurro dell'oceano sulle carte,
          i giorni e le loro notti,
          i telegrammi vecchi
          ed un amore.
          Tu, che non sei il mio amore,
          se mi chiamassi!
          E ancora attendo la tua voce:
          giù per i telescopi,
          dalla stella,
          attraverso specchi e gallerie
          ed anni bisestili
          può venire. Non so da dove.
          Dal prodigio, sempre.
          Perché se tu mi chiami
          - se mi chiamassi, sì, se mi chiamassi -
          sarà da un miracolo,
          ignoto, senza vederlo.

          Mai dalle labbra che ti bacio,
          mai
          dalla voce che dice: non te ne andare.
          Pedro Salinas
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            A te si arriva

            A te si arriva solo attraverso te.
            Ti aspetto.
            Io sì che so dove mi trovo,
            la mia città, la via, il nome
            con cui tutto mi chiamano.
            Però non so dove sono stato con te.
            Là mi hai portato tu.
            Come avrei imparato la strada
            se non guardavo nient'altro che te,
            se la strada era dove tu andavi,
            e la fine fu quando ti sei fermata?
            Che altro poteva esserci
            più di te che ti offrivi, guardandomi?
            Però adesso che esilio,
            che mancanza,
            e lo stare dove si sta.
            Aspetto, passano i treni,
            i destini, gli sguardi.
            Mi porterebbero dove non sono stato mai.
            Ma io non cerco nuovi cieli.
            Io voglio stare dove sono stato.
            Con te, ritornarci.
            Che intensa novità,
            ritornare un'altra volta,
            ripetere mai uguale
            quello stupore infinito.
            E fino a quando non verrai tu
            io resterò sulla sponda
            dei voli, dei sogni,
            delle stelle, immobile.
            Perché so che dove sono stato
            non portano né ali, né ruote, né vele.
            Esse vagano smarrite.
            Perché so che dove sono stato con te
            si va solo con te, attraverso te.
            Pedro Salinas
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              Scritta da: Valeria S

              Sì, al di là della gente

              Sì, al di là della gente
              ti cerco.
              Non nel tuo nome, se lo dicono,
              non nella tua immagine, se la dipingono.
              Al di là, più in là, più oltre.

              Al di là di te ti cerco
              Non nel tuo specchio e nella tua scrittura,
              nella tua anima nemmeno.
              Di là, più oltre.

              Al di là, ancora, più oltre
              di me ti cerco. Non sei
              ciò che io sento di te.
              Non sei
              ciò che mi sta palpitando
              con sangue mio nelle vene,
              e non è me.
              Al di là, più oltre ti cerco.

              E per trovarti, cessare
              di vivere in te, e in me,
              e negli altri.
              Vivere ormai di là da tutto,
              sull'altra sponda di tutto
              - per trovarti -
              come fosse morire.
              Pedro Salinas
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                Scritta da: Eclissi

                Un'anima tu avevi

                Un'anima tu avevi
                cosi chiara ed aperta
                ch'io non potetti mai
                nella tua anima entrare.

                Andavo in cerca di aditi angusti,
                d'alti e difficili passaggi...
                Si andava alla tua anima
                per aperti cammini.

                Preparai un'alta scala
                - sognavo di alte mura
                che le fossero a guardia -,
                però l'anima tua
                era senza riparo
                di muri e di recinti.

                E ricercai la stretta porta
                della tua anima,
                ma non aveva accessi,
                così franca com'era,
                la tua anima.

                Dov'è che cominciava?
                Dov'è che aveva termine?
                E rimasi per sempre seduto
                sulle vaghe frontiere della tua anima.
                Pedro Salinas
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                  Io non posso
                  Io non posso darti di più
                  Non sono più di quello che sono.
                  Ah come vorrei essere
                  sabbia, sole in estate!
                  Che ti sdraiassi
                  rilassata a rilassarti.
                  Che mi lasciassi
                  il tuo corpo quando te ne vai, orma,
                  tenera, tiepida, indimenticabile.
                  E che con te se ne andasse
                  su di te, il mio bacio lento:
                  colore,
                  dalla testa ai piedi
                  bruno.
                  Ah come vorrei essere
                  vetro, o stoffa o legno
                  che conserva il suo colore
                  qui, il suo profumo qui,
                  e nacque a tremila chilometri!
                  Essere
                  la materia che ti piace,
                  che tocchi tutti i giorni
                  e che vedi già senza guardare
                  vicino a te, le cose
                  collana, boccetta, seta antica
                  di cui, quando senti la mancanza
                  chiedi: "Ah! Dov'è?"
                  A come vorrei essere
                  un'allegria fra tutte,
                  una sola, l'allegria
                  di cui ti rallegri tu!
                  Un amore, un amore solo:
                  l'amore di cui tu ti innamoreresti.

                  Però non sono più di quello che sono.
                  Pedro Salinas
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                    Scritta da: Marianna Mansueto
                    Tu vivi sempre nei tuoi atti.
                    Con la punta delle dita
                    sfiori il mondo, gli strappi
                    aurore, trionfi, colori,
                    allegrie: è la tua musica.
                    La vita è ciò che tu suoni.

                    Dai tuoi occhi solamente
                    emana la luce che guida
                    i tuoi passi. Cammini
                    fra ciò che vedi. Soltanto.

                    E se un dubbio ti fa cenno
                    a diecimila chilometri,
                    abbandoni tutto, ti lanci
                    su prore, su ali,
                    sei subito lì; con i baci,
                    coi denti lo laceri:
                    non è più dubbio.
                    Tu mai puoi dubitare.

                    Perché tu hai capovolto
                    i misteri. E i tuoi enigmi,
                    ciò che mai potrai capire,
                    sono le cose più chiare:
                    la sabbia dove ti stendi,
                    il battito del tuo orologio
                    e il tenero corpo rosato
                    che nel tuo specchio ritrovi
                    ogni giorno al risveglio,
                    ed è il tuo. I prodigi
                    che sono già decifrati.

                    E mai ti sei sbagliata,
                    solo una volta, una notte
                    che t'invaghisti di un'ombra
                    -l'unica che ti è piaciuta-
                    un'ombra pareva.
                    E volesti abbracciarla.
                    Ed ero io.
                    Pedro Salinas
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