Poesie di Paul Celan

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Scritta da: Andrea De Candia

I vendemmiatori

Essi vendemmiano il vino dei loro occhi,
essi torchiano ogni pianto, anche questo:
lo vuole la notte,
la notte, cui stanno poggiati, il muro,
lo esige la pietra,
la pietra, oltre cui parla la loro gruccia,
fin nel silenzio della risposta –
la loro gruccia, che un giorno, un giorno d'autunno,
quando l'anno s'inturgida a morte, come uva,
attraversa parlando il mutore, fin giù,
nel pozzo dove sgorga il pensiero.

Essi vendemmiano, essi torchiano il vino,
essi pigiano il tempo come il loro occhio,
tutto il pianto che ne stilla ripongono
nel sepolcro del sole, che essi con mano
indurita dalla notte preparano:
affinché poi una bocca, somigliante alla loro:
torcentesi verso quanto è cieco, attrappita –
una bocca cui dal profondo sale la schiuma da bere,
mentre il cielo si cala nel cereo mare,
per splendere da lontano, mozzicone di luce,
se finalmente il labbro umidisce.
Paul Celan
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    Scritta da: Andrea De Candia

    Ritratto di un'ombra

    I tuoi occhi, orma di luce dei miei passi;
    la tua fronte, solcata dal lampo delle spade;
    i tuoi sopraccigli, orlo della rovina;
    le tue ciglia, messi di lunghe lettere;
    i tuoi riccioli, corvi, corvi, corvi;
    le tue guance, stemma del mattino;
    le tue labbra, ospiti tardivi;
    le tue spalle, statua dell'oblio;
    i tuoi seni, amici delle mie serpi;
    le tue braccia, ontani alla porta del castello;
    le tue mani, tavole di morti giuramenti;
    i tuoi fianchi, pane e speranza;
    il tuo sesso, legge dell'incendio boschivo;
    le tue cosce, ali nell'abisso;
    i tuoi ginocchi, maschere della tua boria;
    i tuoi piedi, teatro d'armi dei pensieri;
    le tue piante, cripte di fiamme;
    la tua orma, occhio del nostro addio.
    Paul Celan
    Composta giovedì 31 marzo 2016
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      Scritta da: Andrea De Candia

      Sera delle parole

      Sera delle parole - rabdomante nel silenzio!
      Un passo e poi un altro,
      un terzo, la tua ombra non cancella
      la sua ombra:

      la cicatrice del tempo
      si schiude
      e copre di sangue il paese -
      Nella notte della parola i mastini
      adesso latrano
      dentro di te:
      a celebrare la più selvaggia sete,
      la più selvaggia fame...

      Accorre in tuo aiuto un'ultima luna:
      essa getta in mezzo alla muta
      - nudo come il cammino da te percorso -
      un lungo argenteo osso,
      questo però non ti salva:
      il raggio che tu hai destato
      s'avvicina schiumando,
      e su di esso galleggia un frutto in cui tu
      affondasti i denti anni addietro.
      Paul Celan
      Composta lunedì 7 marzo 2016
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        Scritta da: Andrea De Candia

        In figura di selvatico porco

        In figura di selvatico porco il tuo sogno
        batte scalpitante i boschi all'orlo della sera.
        Lampi bianchi,
        come il ghiaccio donde egli uscì,
        sono le sue zanne.

        Egli scava furioso una noce amara
        da sotto il fogliame
        che agli alberi sottrae la sua ombra,
        una noce
        nera come il cuore che il tuo piede scacciò dinanzi a sé,
        quando passavi tu stesso di qui.

        Egli la infilza
        ed empie la boscaglia di destino grugnante,
        e si spinge di giù poi
        alla costa,
        là dove il mare
        dà sugli scogli la più buia
        delle sue feste:

        chissà
        che un frutto come il suo
        non incanti l'occhio festante
        che ha pianto queste pietre.
        Paul Celan
        Composta lunedì 7 marzo 2016
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          Scritta da: Andrea De Candia

          Alla volta dell'isola

          Alla volta dell'isola, a fianco dei morti,
          fin dal bosco abbracciati al tronco scavato,
          le braccia attorniate da cieli-avvoltoi
          le anime cinte da saturnei anelli:

          così, liberi ed estranei, vogano costoro,
          i maestri del ghiaccio e della pietra:
          fra il clamore di boe sprofondanti,
          tra i latrati del mare color squalo.

          Essi vogano, vogano, vogano-:
          Voi, morti, voi, nuotatori, avanti!
          Ingabbiato anche questo nella nassa!
          E domani svapora il nostro mare!
          Paul Celan
          Composta lunedì 7 marzo 2016
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            Scritta da: Andrea De Candia

            Con labbra rosse di tempo

            Nel mare è maturata la bocca
            le cui parole qui la sera ridice
            al cospetto dei suoi paesi.
            Mormorando essa le ridice
            con labbra rosse di tempo.

            Bocca, che evocarono le maree,
            nel mare in cui natava il tonno
            nello splendore
            che irraggia dagli uomini.

            Argento del tonno toccato dal raggio,
            argento specchiante del tonno:
            improvvisa agli occhi riluce
            la seconda, la migrante
            aureola
            delle fronti.

            Argento ed argento.
            Doppio argento del profondo.

            Rema con la barca fin laggiù,
            fratello.
            Lancia le tue reti,
            fratello.

            Tiralo su,
            gettalo nelle nostre case,
            gettalo sulle nostre tavole,
            gettalo sui nostri piatti -

            Guarda, le nostre labbra si fanno turgide,
            anch'esse rosse di tempo come la sera,
            mormoranti anch'esse -
            e la bocca sorta dal mare
            già emerge
            al bacio infinito.
            Paul Celan
            Composta sabato 9 maggio 2015
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              Scritta da: Andrea De Candia

              Qualunque pietra tu alzi

              Qualunque pietra tu alzi –
              li discopri, coloro cui occorre
              il riparo delle pietre:
              denudati,
              rinnovano il loro intreccio.

              Qualunque tronco tu abbatti –
              inchiodi assi
              d'un giaciglio, ove
              di nuovo s'ammucchiano le anime,
              come se non si scotesse
              anche quest'
              Era.

              Qualunque parola tu dica –
              rendi grazie
              alla perdizione.
              Paul Celan
              Composta sabato 9 maggio 2015
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