La mia stagione più bella

Vorrei darti tutti i colori dell'autunno
perché tu possa sentirti la mia stagione più bella.
Vorrei saperti dire quelle parole che tu ancora aspetti,
poterti dare quei baci che necessari finalmente pretendi.
Scusami se il pudore inibisce sempre il desiderio di mostrarti il mio cuore.
Spero tu capisca,
spero ti possa bastare quello che di me riesco a darti.
Pochi mesi ancora e ti allontanerai da questa casa
che forse non è stata quel nido in cui volevo crescessi,
quel porto sicuro in cui ormeggiare le tue giornate
sbattute dalle onde di una vita tutta ancora da scoprire,
tutta ancora da affrontare.
Vorrei poterti fermare,
dirti "Non andare, il bello deve ancora venire, sono pronta adesso".
Ma sei pronta anche tu e non per restare.
Tu hai bisogno di andare, non sai dove... andare.
Ti perderai il meglio di me, sono sicura,
ma nel tempo scoprirai tutto quel bello di te che oggi non vedi.
E varrà la pena allora
di fingere che tutto sia come prima,
se entrando nella tua stanza
ora maledettamente in ordine,
non dovrò più tirar su quel rimmel rotolato dal comò,
né chiudere quello stupido cassetto
che la tua giovane fretta ha lasciato ancora una volta aperto.
Maria Rosaria Pareti
Composta domenica 8 novembre 2009
Vota la poesia: Commenta

    Uomo senza voce

    Ti scorgo ogni mattina sui gradini della chiesa
    guardare stanco il giorno che comincia,
    anima spettinata e sola.
    La tua mano schiusa
    segue lo sguardo distante di passanti frettolosi,
    uomo senza voce.
    Polverose le tue vesti,
    dove stendesti le tue membra l'altra notte,
    quale letto in questa buia sera.
    Lo sguardo tuo sommesso
    non raggiunge il cuore sordo
    di chi incrocia il passato del tuo volto.
    Non so cosa conduca su quei gradini
    il peso del tuo corpo stanco
    che parla ancora di un recente vigore.
    Spero di vederti presto, fratello mio,
    trovar posto dentro quella chiesa
    dove Colui che t'ama vuol da sempre farti in Lui riposare.
    Maria Rosaria Pareti
    Vota la poesia: Commenta

      Benvenuta a casa

      "Benvenuta a casa" vorrei poterti dire
      quando scendi la scaletta dell'aereo e il tuo Kenya è già ricordo,
      quando lasci nell'armadio l'urlo colorato dei tuoi abiti africani
      ed entri nel pallore silenzioso di un golfino color crema.
      Vorrei poterti dire "Benvenuta a casa",
      quando la tua casa è un'umida stanza senza cielo,
      quando la tua bambina accende riconoscente quegli occhi neri neri
      che già gustano la desiderata bontà di quel biscotto offerto.
      "Benvenuta a casa",
      quando la stanchezza di una vita di corsa
      ti fa rimpiangere i lenti ritmi della tua terra
      che respira piano la sfrontatezza di una natura che è già immensa ricchezza.
      Volevi restare,
      ma non potevi vivere di quella ricchezza.
      Così sei partita,
      senza voltarti indietro,
      senza incrociare lo sguardo dell'altra tua creatura,
      costretta ad una separazione che è prematuro abbandono.
      Vorrei poterti dire "La vedrai presto",
      ma intanto... "Benvenuta a casa".
      Maria Rosaria Pareti
      Composta lunedì 28 settembre 2009
      Vota la poesia: Commenta