Poesie di Michele Gentile

Poeta, nato martedì 4 gennaio 1972 a Ostia - Roma (Italia)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Umorismo, in Racconti, in Frasi per ogni occasione e in Diario.

Scritta da: Michele Gentile

Incontro

Tra le fiamme di un vespro
nel vorticoso danzar di foglie spente
ti vidi.
Quando infine il furente mare
fagocitò il dì soave
ti pensai.
Forte, di amori tramontati e mai anelati
a disegnar il volto tuo tra stelle e luna
mi ritrovai.
Ora torno fin su alla rocca
all'ombra di bastioni in lotta
con un tempo avido di rovine
vittima predestinata d'ignara fiera.
Ti cerco vita mia
ti supplico...
spettro amabile
in un effluvio di limoni e pioggia
forse, d'invidiata Siris
fosti tu la più inclemente tra le dee.
Michele Gentile
Composta giovedì 18 luglio 2013
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    Scritta da: Michele Gentile

    In fondo al mare

    Quante creature strane,
    particolari
    nel ventre del mare.
    Una
    più di tante altre
    mantiene un vivido colore
    una sostanza oramai
    assuefatta alla mancanza di luce,
    alla prepotente pressione
    che deve patire.
    Senza lisca, squamato
    ancorato agli abissi...
    laggiù riposa il cuore mio
    da quando l'hai lasciato.
    Michele Gentile
    Composta giovedì 18 luglio 2013
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      Scritta da: Michele Gentile

      Nel vento

      E giungesti a me
      come di brezze un capriccio,
      arrendevole sorriso
      quando ti donai una rosa.
      Rossa
      come i vespri
      come sangue...
      il cuore mio.
      Accettasti le mie promesse
      fremente di vita,
      all'ombra di un abbraccio
      le tue labbra si schiusero.
      Nel vento, ora
      come petali
      le tue carezze volan via
      e quella rosa
      rossa
      come i vespri
      come sangue
      a nessuna mai
      più donerò.
      Michele Gentile
      Composta giovedì 18 luglio 2013
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        Scritta da: Michele Gentile

        Fragile

        Non ti accorgi, non sai
        quanta poesia indossano i tuoi sguardi.
        Quando corteggi i vasti orizzonti
        che s'inchinano al tempo,
        lembi d'azzurro derisi dal vespro
        null'altro che misera grandezza.
        Non vedi, non puoi
        comprendere quanti giorni
        doni al mio passato
        quando plani sul cristallo della sera
        e dipingi la perfetta traiettoria
        in direzione dei miei abissi.
        Tu,
        maestosa vela
        spiegata verso il rimpianto,
        non sai, non ti accorgi
        di come io sia,
        senza il tuo amore,
        la più fragile delle notti.
        Michele Gentile
        Composta martedì 14 maggio 2013
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          Scritta da: Michele Gentile

          Vendetta!

          Argento che danza sulle squame del mare,
          terre arse di luna si destano
          al canto della marea.
          Quale stella arde tra i flutti
          offerta alle braccia del fuoco
          giace, tremante
          nascosta da un timido vento...
          Argento che marchia le rughe del mare,
          iracondi rii rispondono
          al richiamo del Re.
          Quale età piange nella bruma
          tradita dalle braccia del fuoco
          corre, tremante
          inseguita dal feroce rimorso.
          Argento che scintilla dal cielo
          Nubi d'acciaio giurano vendetta
          per sudicie vesti.
          Quale dardo gli trafiggerà il ventre,
          fuggito dai roghi della passione
          corre, tremante
          spento dall'implacabile pioggia.
          Michele Gentile
          Composta martedì 5 febbraio 2013
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            Scritta da: Michele Gentile

            Il pianto del Lupo

            Luna che sorgi
            parla al suo cuore
            raccogline le lacrime.
            Asciuga quel pianto.
            Il Lupo è ferito.
            Non sa più gioire della notte,
            le nubi dell'orizzonte pesano
            come roccia sulle rose del tempo.
            È stanco
            È solo,
            in fuga dalle ombre
            non vuole più correre.
            Quanta neve cade dal Nord
            Imbianca le torri degli uomini
            E lui una tana più non ha,
            il gelo veste la valle
            lui rimane immobile.
            Quanta vita si perde a Sud
            L'inganno della speranza,
            e lui più speranze non ha,
            il silenzio governa la piana
            lui ti sta pregando.
            Luna che lo hai amato
            accompagnalo in questo viaggio
            accarezzane il respiro
            l'ultimo,
            di un'alba che non lo troverà.
            Michele Gentile
            Composta domenica 3 febbraio 2013
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              Scritta da: Michele Gentile

              La mia natura

              Inverni espugnati al sorgere del sole
              Fratelli e sorelle già in viaggio
              Dove non possono più ingannare la notte.
              Qui
              prendo in prestito il canto delle pianure
              mi lascio amare dal furore dei giorni.
              Sarà la Dama dei laghi a giudicare,
              ad esiliare l'impaziente abisso...
              sulle vene del tempo
              seguo le piste degli uomini.
              Qui
              governa l'istinto
              la mia arte del vivere,
              regna l'orizzonte del rosso vespro;
              distante da fragili confini
              il mio sguardo non sa arrendersi.
              Michele Gentile
              Composta sabato 2 febbraio 2013
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                Scritta da: Michele Gentile

                Impossibile

                Sapeva d'amore quel peccato
                e sapeva già
                che sarebbe finita.
                Cos'è allora tutto questo stupore...
                se non ci sono più istanze,
                offese che trovino pace
                tra le misere rovine del perdono?
                Perché l'indecenza non cerca di comprendere?
                Non volevo nutrirmi di dubbi,
                costretto a tornare da me
                a farmi visita ogni notte
                senza riflettere sul senso di una cortesia.
                Paradosso di Escher e non un Dio
                che mi dia una mano
                che dia retta alla mia sorte,
                petali d'acredine scagliati
                contro ogni rinascita;
                rigurgiti di sole decapitano
                buoni propositi...
                traggono beneficio dai rancori
                che sorvolano le mie cattedrali,
                nulla a che vedere
                con il guanto di sfida
                lanciatomi dalla tua partenza.
                Appartengo al nulla
                alla possibile ragione
                di un passato imperfetto.
                Michele Gentile
                Composta giovedì 24 gennaio 2013
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