Poesie di Michele Carmine Cannella

Studente, nato martedì 27 gennaio 1998 a Pescara (Italia)
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Scritta da: Michele Cannella
Siccome ti chiedo troppo
non più disturbo richiedo
alle tue docili membra
ricolme di penombra
in questa sera: odo rimpianti
venir dal deserto, più di uomini assetati
sull'orlo del miraggio,
più di gazzelle ormai certe
della vision di cipressi:
sento il compianto
di civette, stornelli in piena
arsura che fan dell'aria inesistente
un matton che grave è poco a dirgli!
Son sicuro che lì, dove tu sei, riposi in una melodia
di merli,
le coccole profumate fan di te un giunco:
dondola, e gli steli ti fan sottile!
Tutto li è vivente ed io qui
in questo lamento infinito di beduino
che ti ricordo: nel mormorio tunisino!
Michele Carmine Cannella
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    Scritta da: Michele Cannella
    Carreggiata innevata, lieve tempesta
    calante; sapor di festa!
    Lieti stupori mi fingo.
    Verbi invani di voi mi inondo.
    Senza certezza, oramai, questa perfetta mia via:
    per pensieri falsi sono spinto
    si che certo vado affondo!
    Non per questo io mi perdono.
    Cosa faccio?
    Mi abbandono.
    Oh! Il seguir di desideri spinti oltre
    or l'amor: diventa arte!
    La voce chiara divien un murmure.
    Scandisce: <oh mia stella, ora si parte>
    in diversa via or mi immergo:
    deserto che contieni granelli
    di mondo; perle di cielo
    si, come son io ma coperte da un velo
    donante loro un gaudio simil a quello dell'eterno grembo:
    esse sembran accennare:
    caro mare placa le nostre ire:
    ire, si, di un antico avvenire.
    Michele Carmine Cannella
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      Scritta da: Michele Cannella
      Si sta in luglio
      Come pesche appen raccolte,
      Della sabbia lui il figlio:
      Quel bimbo che raccoglie in molte
      le conchiglie che fan dell'esasperante tempo
      Un ciglio: dalle radici sconosciute!

      Si sta in luglio
      Non mi convien quel mietitor
      Dell'inverno, ascoltar quell'infinito idillio:
      Or mi convien pensar al cor!

      Si sta in luglio
      Lo sferrar carte dal mazzo,
      Vedere intanto l'orizzonte imbrunire vermiglio
      e io con contenuto scompiglio: quel semicerchio pazzo!

      Ecco il crepuscolo: io mi ammazzo!
      E del riposante venditor: (della vita) l'eterno sbadiglio!
      Michele Carmine Cannella
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        Scritta da: Michele Cannella
        Oh sonora mia agenda grondante
        di lievi e freschi desideri:
        il primo fu di quel viandante
        che, con passo di volpe, si aggirò per Castel di ieri

        Il secondo lo vidi coi miei occhi:
        un serio e impassibile vecchiarello
        operante sui mattutini finocchi:
        Quelli la sua tela: lui il macchiato pennello!

        Il terzo e l'ultimo:
        per me più bella cosa:
        Il vento si emozionò

        Un sospiro calò
        dai monti accesi e nacque una rosa:
        di tutti i fiori ero il primo
        in quel martirio dell'Appennino!
        Michele Carmine Cannella
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