Poesie di Matteo Serafini

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Scritta da: Urviniensis

Vespero nero

Ah, tormenti notturni! Destrieri d'ingegno impazziti!
Fievole è la ragion che duole,
e la mente, eterna caldaia, che brucia parole
e le viscere, rotte in spasmi contriti

davvero non serbi nulla di meglio per me?
Può forse, la vita, ridursi a recitazione?
Quale il merito, per non esser ferito da falsa emozione?
Lascio che il nero inghiotta i neri perché.
Matteo Serafini
Composta lunedì 6 maggio 2013
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    Scritta da: Urviniensis

    Viandante

    Rigagnoli muti di mille passati
    lavano il rosso diamante da ogni carezza,
    Io bevvi al calice di quelli più amati:
    Parlami dunque della tristezza!

    Parla a chi ha perso anni d'argento e di sole
    a chi sente il bisogno di nuovo sentire
    Senza timore, grida anche a chi non lo vuole
    e ameranno di più il giorno del loro avvenire

    Nell'umido segno del vagito natìo
    nel Tempo che muove ad altre visioni
    Là vedo anch'io:
    Dolore che muta in fresche stagioni

    Ma tu, Viandante di mondi celesti e spazi profondi
    raccogli il freddo di vuoti universali
    accoglimi, senza nulla dire, fra le tue ali:
    mi basterà toccare la bellezza che diffondi.
    Matteo Serafini
    Composta martedì 16 aprile 2013
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