Poesie di Marta Emme

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Scritta da: Marta Emme

Vossìa

È arrivato (Abidjan 28,29,30-12-2017) il
padrone dei padroni (Macron-Francia) e
tutti belli attenti alle sue orazioni e nelle
conversazioni, ricche di accativanti
sfondoni (anche sul suo neocolonialismo).
Vedi come sta lì ad affabulare, ma via,
mandatelo, o giovani africani, a cagare!
Perchè la sua politica (presenza francese),
lì, fa scappare tutti e andar così a morir
tra i flutti. Fin ad alzar, poi, le barricate (ai
suoi confini), bell'amico! Bravo a raccontar le
cavolate. Come quella che nel suo pensiero
sempre state; mentre vede solo sè, aihmè,
così pimpante e marpione com'è. Oppure
schiavi  e sottomessi, nei costumi feriti e
dimessi (nuova politica coloniale). Infine
l'Italia paga il conto (migranti) di questo
signore non esattamente tonto. Alleluia e
Osanna! Ma mandatelo a farsi una soporifera
canna! Alzate dunque il tiro (Africa) e mai più
qualcosa è da firmar con la sua biro (alle
sue condizioni). E questo che dico è solo
perchè lo sfruttamento e l'abuso maledico
e perchè il bene in Africa abbia finalmente
il suo partito.
Marta Emme
Composta domenica 3 dicembre 2017
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    Scritta da: Marta Emme

    Ass logic

    I freddi calcolatori* (Olanda e paesi
    del Nord Europa) han da fare i conti
    con dei frizzichelli* (pungenti) e acuti
    cantautori* (la sottoscritta) che a
    dir non han riguardo che al vostro
    tergo, e solo, dovete voltar lo
    sguardo se avete raggiunto il
    prestigioso traguardo* (sede EMA in
    Amsterdam). Ben sapete infatti che
    la dea bendata* (fortuna) è cieca e
    che non ha una tanto prestigiosa
    biblioteca* (cultura) così, alla vittoria,
    raccomanda sempre il culo e non la
    gloria* (meriti). Siamo abituati che in
    Europa il bene comune non ha
    costume e, così, si pensa: con
    nessun riguardo alla coscienza.
    Perché il mediterraneo fa paura e lo
    testimonia l'aver posto queste nuove
    possenti mura* (con posizione a nord
    dei vertici europei). Così la sede* (in
    Amsterdam) che non avete* (per
    accogliere EMA) or dovete costruire
    e a vostre spese, è imperativo dire,
    e, bene bene è da pretender* (Italia)
    nell'interloquire* (con l'Europa), che
    è il minimo, semmai, da garantire*
    (alias Pirellone), ma siccome finirà
    tutto a tarallucci e vino* (pacche sulle
    spalle), pur se i conti non torneranno
    neanche un pochino, per esprimer il
    suo pensiero s'alza in alto il dito
    medio e oltre non vi tedio, giacché
    all'esser presuntuosi proprio non c'è
    rimedio.
    Marta Emme
    Composta lunedì 27 novembre 2017
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      Scritta da: Marta Emme

      Incendi dolo(ro)si

      Come membra protese ad abbracciar
      l'umano, ovunque lo sguardo si voglia
      posar; come respiro del cielo; come
      essenza di preziosi tesori, i colori,
      dono del giorno, riposo nella notte
      fitta di oscuri sentieri. Son loro, le
      piante, che ci conducon lontano e ci
      porgon le generose fronde, col fiato
      che danno. Ecco che sono, e più non
      ci sono, e restan, dei rami nodosi e
      sinuosi e annosi, neri e scheletrici
      carboni, usciti dalle fiamme stringenti
      feroci; così, mentre schioccava forte il
      dolore, la linfa esalava nel cielo
      spettrale. E fumo e demenza restavan
      soltanto nell'aria acre e desolata di
      struggente passione nel contemplar
      il male di essere stolto. Allor, se si
      vuole una natura brulla* (piromani),
      la politica non sia grulla e i boschi
      bruciati non sian ripiantati. In cento
      anni ricresceranno, siccome tanto è
      stato il danno, e quelli che han furia
      aspetteranno. Alla natura lasciam
      fare ed è questa la lezione e l'unica
      che dobbiamo dare, per contrastar
      le mire di chi rimane allor così: nel
      sacco con le pive. Ma com'è amaro,
      di questo, dire.
      Marta Emme
      Composta venerdì 3 novembre 2017
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        Scritta da: Marta Emme

        Lupo Alberto (pacifista e non c'è svista)

        Questo è un pensiero per l'Africa
        e un elogio a uno stile, quello
        della formica, che non molla mai
        nonostante la fatica e di un lupo*
        (lupo Alberto) che non ci fa ma ci
        sta, ad aver quei connotati - onesto,
        pacifista, solidale, spiritoso,
        ambientalista e pur se sfigato
        anche assai determinato - connotati
        che spesso non ha l'umanità, 'sì che
        tanto simpatico lo fanno diventar.
        Minniti lo promuoverei, dato la
        recente missione che ha virato la
        situazione* (sbarchi), e in Europa lo
        manderei, per dipanare la questione
        degli stati mascalzone, quelli che
        con una mano danno* (aiuti
        umanitari) e con altre centomila
        male fanno, saccheggiando le
        nazioni d'Africa che non avendo
        ancor di sé coscienza, con grande
        impazienza, non san mandare in
        culo chi ancor oggi gli brucia il futuro.
        Insomma quei potenti* (multinazionali
        e stati neocolonialisti), meschini e
        furbacchioni, coi soldi nei gran
        testoni, son da strapazzar e semmai
        declassar per far fruttificar nel
        continente* (Africa) le risorse di cui
        tanto si profittan quelle persone
        chionze* (sgraziate di animo). Così
        dell'Africa l'emancipazione è la sola
        strada per la sua affermazione, nella
        consapevolezza di esser parte vitale
        del Pianeta e di se stessi la salvezza
        da chi li sfrutta con'sì bestiale
        scelleratezza. Far lievitar ciò è la
        vera sfida e una grande prodezza, per
        chi ha davanti tanta monnezza. Una
        strategia da tentare è questa, per
        salvare almeno quel che resta; e che
        l'uomo, lì, promuove dove vive e
        dove viver vuole. Con tenacia* (lupo
        Alberto) e pazienza* (formica) alla
        massima potenza. Minniti dà fiducia,
        non è uno che s'approfitta o s'indugia.
        Ma se ho preso un abbaglio,
        considerate questo discorso a mò di
        raglio e allor mi aggiusterò la voce
        mangiando un capo d'aglio, che mi
        riconcili col mio sbaglio.
        Marta Emme
        Composta lunedì 30 ottobre 2017
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          Scritta da: Marta Emme

          Slides

          Il passato oggi scorre nel mio cuore,
          e son io l'autore. E allor si gonfia di
          tenerezza e l'anima mi carezza,
          come fosse una dolce brezza.
          Coi miei sbagli, coi miei errori, eppur
          sempre in pista* (coerente) e mai
          fuori. Quel passato che mi ha reso
          come sono, che ogni giorno mi
          perdono* (di non essere perfetta), ma
          a nessuno mai mi paragono* (mi
          contento), perché in fondo unica io sono.
          E sarà perché mai ad alcuno ho ceduto
          il trono* (il potere di essere), che la vita
          mi ha dato come dono.
          Marta Emme
          Composta venerdì 20 ottobre 2017
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            Scritta da: Marta Emme

            Ma per piacere!

            Ma quale enfant prodige! *
            (Sebastian Kurz) Bravo sì,
            a arrufianarsi le persone che
            amano smodatamemte sol
            la loro nazione* (Austria).
            Ma non è oggi, piuttosto il
            futuro la vera sfida, quella
            che l'enfant prodige non ha
            capita. E di prodige ha poco
            giacché pensa solo in loco:
            che la partita sia lì, giocata,
            dove la nazione è confinata*
            (sui confini: chiusi). Non è di
            questi politici che ha bisigno
            il mondo, ma di chi vede le
            cose nel più profondo, con
            la solidarietà, semmai, come
            sfondo. Le diversità vanno
            fatte fruttificar, e così, si
            devon fronteggiar le difficoltà
            del terzo mondo*
            (desertificazione, sfruttamento
            ...) per costruire un futuro a
            tutto tondo* (per tutti). Che non
            è dell'altro mondo* (impossibile).
            E per non capire niente, per me,
            colui* (Kurz) è proprio
            deprimente* (delle ragioni
            dell'Africa), ma quella tanta
            gente* (africani e non solo) prima
            o poi presenta il conto e sarà
            allora senza fare alcuno sconto,
            neanche ai nostri figli* (incolpevoli)
            che pagheran l'ammonto* (tensioni
            tremende).
            Marta Emme
            Composta giovedì 19 ottobre 2017
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