Poesie di Marcela Alejandra Mingrone

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Tesoro svelato

Calda la tua mano piegava la mia innocenza
senza che io lo capissi,
senza che io ne avessi coscienza;
io piccolo bocciolo bianco dalla effimera bellezza,
tu indomito vento dalla inesauribile esperienza.
Sottile la tua voce a me arrivava,
stregando la mia mente,
confondendo la ragione;
delizioso il soffio, dal sapore mielato
che le mie labbra fameliche
soavemente sfioravano,
e morbida la brezza
che con una prolungata carezza
la mia corolla di seta
di tenerezza colmava,
quando travolta da sensazioni
in me ancora vergini,
i miei petali timidamente schiudevo
e tu inebriato da quel nettare
dal profumo dolce ed esaltante,
ti dissetavi dalla mia essenza
ed il mio tesoro con frenesia svelavi.
Tra le tue mani così delicatamente
prendevi me, fiore allora casto,
ed espirando col tuo alito appassionato
Io, donna finalmente germogliavo.
Marcela Alejandra Mingrone
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    Il viale degli aceri

    Un cielo grigio e mesto,
    tanto mesto quanto disperato,
    si scorge tra chiome rosse denudate
    che cingono un boulevard solitario,
    lo stesso sul quale i miei passi pesanti
    distrattamente da ore erranti
    vagano senza meta né ragione
    su di un soffice manto pitturato.
    Foglie avvizzite vestono
    la terra di oro e rame;
    altre languide cadono
    in una pioggia scomposta e lenta.
    Una cautamente sfiora il mio viso,
    commossa appare per il mio tormento
    tanto da tentare con un tenero gesto
    di depennare il dolore che il mio cuore
    patisce quasi fino allo sfinimento,
    quando un vento dalle esili labbra,
    con un filo di voce appena
    racconta di un amore già finito
    e di una triste pena.
    Vellutati nel ricordo saranno sempre i suoi baci,
    mentre la mia bocca già appassita
    prova ad inghiottire i sorsi amari
    della sua funesta dipartita.
    Nell'aria un profumo di mosto e vino
    evocano la recente vendemmia
    riportando con esso
    i sapori di quella passione recisa
    intanto che una nebbia avvolgente
    abbraccia la mia anima ferita
    che tra gli alberi perisce silente e smarrita.
    Marcela Alejandra Mingrone
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      In assenza di te...

      Torbida immagine di donna sul vetro
      a singhiozzi appare,
      tra i voli pigri e soavi di una tenda di garza,
      bianca colomba impacciata
      che danza instancabile senza tempo e senza ali
      trascinata da una brezza leggera
      avvolgendola, stregandola.
      Nell'aria un profumo forte e fruttato aleggia
      portando con sé la dolce visione di te,
      ed una voglia irrefrenabile di giochi proibiti
      prepotentemente mi travolge, inebria i miei sensi;
      ed io, disarmata ed assetata di passione,
      succube, mi arrendo al desiderio.
      Dita tremule perlustrano così
      vaste distese e colline infiammate
      mentre una rugiada fresca
      fallisce laddove prova a lenire quel fuoco
      che dentro di me cresce e mi consuma
      quando il sangue pulsa risoluto nelle vene,
      quando il respiro quasi si trattiene.
      Poi quell'istante ricercato infine giunge,
      il piacere mi possiede, la bramosia si placa,
      tra gemiti soffocati pronuncia il tuo nome,
      dichiara il mio folle amore per te,
      intanto che i miei occhi si dischiudono
      e l'illusione di te nella luce lentamente scompare.
      Marcela Alejandra Mingrone
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        Messaggero d'amore

        In una notte d'autunno sotto stelle dorate,
        scortato da mille foglie secche dal vento trascinate,
        tu, messaggero d'amore impacciato svolazzavi
        e del mio cuore subitamente ti impossessavi.

        Deliziosa creatura celeste dal visino paffuto e delicato,
        in un attimo la tua tenerezza mi aveva già conquistato,
        quando il tuo sguardo dagli occhietti dolci, brillanti,
        incrociavano i miei commossi e lacrimanti.

        La tua manina piccina ed arrotondata
        un mio dito con forza afferrava,
        provando forse a fuggire ad una morte già stipulata,
        mentre la tua vita alla mia in eterno si legava.

        Tante sono le cose che avrei voluto dirti,
        mille gli insegnamenti da impartirti,
        tuttora di più quelli che avrei desiderato imparare
        dalla tua innocenza e dal tuo modo d'amare.

        Ora non ci sei più... o forse ci sei...
        però la mia anima col diavolo contratterei!
        Per poterti stringerti un volta ancora tra le mie braccia,
        perché tanto dolore e sofferenza non fossero più una minaccia.

        Vola in alto ad ogni modo mio caro angelo,
        con le ali spiegate libra su questo cielo,
        io tra gli astri nella notte ti cercherò,
        ed il mio amore per sempre a te enuncerò.
        Marcela Alejandra Mingrone
        Composta martedì 17 novembre 2009
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          Quando sarò vecchia...

          Avrò gli occhi stanchi di tanto osservare,
          ed i piedi gonfi per il lungo andare.
          Prolungato sarà il sentiero transitato
          Non importa gli anni che avrò viaggiato.

          La mia pelle da carezze sarà abbandonata
          e la mia bocca alla mancanza di baci condannata,
          Anche se dentro di me sentirei ancora quel ardore,
          lo stesso che ha infervorato per tanti anni il mio cuore.

          Le mani saranno orfane e nei movimenti lente
          pur se piene di tenerezze e calore da regalare.
          Lo sguardo sarà carico di reminiscenze sonnolente
          ma così ugualmente intense da lacrime far affiorare.

          Il mio riflesso sullo specchio cambierà decisamente.
          I capelli imbiancati dalle nevi del tempo inclemente,
          Il viso segnato, marcato dalla età e da ogni suo evento,
          è questa la immagine che vedrò davanti a me in quel momento.

          Di esperienze il destino, a quel punto, me ne avrà date in verità tante,
          riempiendo la mia mente di una saggezza importante,
          eppure non avrò nessuno a chi il mio patrimonio delegare,
          neanche una persona che da questi miei insegnamenti vorrà imparare.

          Porterò con me ad ogni modo qualcosa di fondamentale,
          e sarà la serenità che dona la consapevolezza
          di aver sempre dato di me stessa quella mia parte essenziale
          amando la vita sempre con passione, e questa è la mia unica certezza.
          Marcela Alejandra Mingrone
          Composta martedì 17 novembre 2009
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            Quando il silenzio diventa grido

            Labbra serrate arrestano parole
            Il mio sguardo è distaccato e perso nella distanza
            intanto che lacrime scivolano sul viso lente e sole
            Senza che tu gli dia la giusta importanza.

            Inerme sei, seduto dall'altro lato della stanza.
            La tua bocca verbo non proferisce.
            Da lontano mi osservi quasi con riluttanza,
            Mentre insidiosa la tua indifferenza il mio animo ferisce.

            I tuoi occhi la tristezza nei miei ora non leggono,
            le tue orecchie nella quiete il mio cuore non odono,
            eppure in questo silenzio funebre esso al tuo non smette di gridare,
            come mai non lo senti al tuo amore invocare!

            Non cessa di supplicare, scongiurare, implorare;
            pregare per un tuo gesto di tenerezza...
            laddove pensieri malsani la mia mente continuano a torturare
            provando a capire dov'è finita la tua antica dolcezza.

            Ascolta questo mio grido esasperato,
            e spazza via da me questo dolore esagerato!
            Cancella il mio tormento con infinita amorevolezza
            e suggella un nuovo patto tra noi con una gradevole carezza.
            Marcela Alejandra Mingrone
            Composta martedì 17 novembre 2009
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