in Poesie (Poesie d'Autore)
Fratelli
Di che reggimento siete
fratelli?
Parola tremante
nella notte
Foglia appena nata
Nell'aria spasimante
involontaria rivolta
del'uomo presente alla sua
fragilità
Fratelli
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Di che reggimento siete
fratelli?
Parola tremante
nella notte
Foglia appena nata
Nell'aria spasimante
involontaria rivolta
del'uomo presente alla sua
fragilità
Fratelli
L'uomo, monotono universo,
Crede allargarsi i beni
E dalle sue mani febbrili
Non escono senza fine che limiti.
Attaccato sul vuoto
Al suo filo di ragno,
Non teme e non seduce
Se non il proprio grido.
Ripara il logorio alzando tombe,
E per pensarti, Eterno,
Non ha che le bestemmie.
Non mi lasciare, resta, sofferenza!
Dopo tanta
nebbia
a una
a una
si svelano
le stelle.
Respiro
il fresco
che mi lascia
il colore
del cielo.
Luna,
Piuma di cielo,
Cosi velina,
Arida,
Trasporti il murmure d'anime spoglie?
E alla pallida che diranno mai
Pipistrelli dai ruderi del teatro,
In sogno quelle capre,
E fra arse foglie come in fermo fumo
Con tutto il suo sgolarsi di cristallo
Un usignuolo?
Dalla spoglia di serpe
alla pavida talpa
ogni grigio si gingilla sui duomi...
come una prora bionda
di stella in stella il sole s'accomiata
e s'acciglia sotto la pergola...
come una fronte stanca
è riapparsa la notte
nel cavo d'una mano...
M'illumino di immenso.
Chiuso tra cose mortali
(anche il cielo stellato finirà)
perché bramo Dio?
Ogni anno, mentre scopro che Febbraio
è sensitivo e, per pudore, torbido,
Con minuto fiorire, gialla irrompe
La mimosa. S'inquadra alla finestra
Di quella mia dimora d'una volta,
Di questa dove passo gli anni vecchi.
Mentre arrivo vicino al gran silenzio,
Segno sarà che niuna cosa muore
Se ne ritorna sempre l'apparenza?
O saprò finalmente che la morte
regno non ha che sopra l'apparenza.
Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie.