Le migliori poesie di Gianluca Cristadoro

Ingegnere, nato giovedì 15 agosto 1968 a Roma (Italia)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Indovinelli, in Umorismo, in Racconti, in Frasi per ogni occasione, in Proverbi e in Diario.

Scritta da: Gianluca Cristadoro

Ai miei compagni di viaggio

Credenza un tempo fu, ma mica vera,
che fosse scesa un dì dalla riviera,
per incontrar laggiù loschi figuri
che ben sarebber stati appesi ai muri,
ché risa, beffe, lazzi e litanìe
avrebber porto alla malcapitata
di origine della Basilicata!

Imperia è il nome suo, dico laconico,
che di cognome chiamasi Latronico,
dall'animo curioso e raffinato
ed il parlar fremente ma educato.

Tenace, rispettosa e assai paziente,
è grande come amica e consulente.
Che dir ancor se non ch'è femminile,
e che chi non l'apprezza è stolto o vile?

Che se una cosa in più vuoi dalla vita,
ebbene non ti dico cosa strana,
anche un ben noto spot la frase cita,
Imperia oppur Maria, una Lucana!

Veniam ordunque al nostro professore,
all'umanista che riempie l'ore
spargendo WBS a più non posso
e a segnar gli error col blu o col rosso.

Asciutta è la favella e regolare,
non ama con la lingua mai strafare,
cò una parola sola dice tutto,
e di cultura questo è certo frutto.

Esperto di PM da tanti anni,
per noi il riferimento principale,
punzecchia alla bisogna quel bel tale,
che con la lingua ognor fa dei bei danni!

Il tale ch'ho citato è un tipo forte,
con la favella spesso apre le porte,
all'amicizia e al cuor dell'altro sesso,
che attrae, non sempre, ma abbastanza spesso.

L'eloquio è affabulante ma sincero,
sovente aiuta me da amico vero,
e se tormento e mal talor l'affligge,
le stesse pene agli altri non infligge.

E fra detti incrociati e motti strani,
ammiccamenti e verbi non nostrani,
risate a crepapelle induce e infiamma,
ma per fortuna Lui non ne fa un dramma.

Giacchette e sciarpettine il complemento,
e suoni ciò sincero complimento.
Signor cui colpo inferto ognor s'ignora,
sorride di sé stesso alla buon'ora.

È questo il bel consesso in cui mi trovo,
che le otto ore riempion com'un uovo,
che spero mai si rompa e non s'incrini,
sentendo loro sempre a me vicini.
Gianluca Cristadoro
Composta giovedì 20 dicembre 2012
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Gianluca Cristadoro

    Prudenza e Coraggio

    Coraggio, fratel di Rischio e d'Azzardo parente alla lontana,
    si presentò un bel giorno a casa di Prudenza. Pardon nella sua tana.

    Prudenza di Rinuncia era la madre.
    Da Lei venne Coraggio a protestare:

    – La mano io già chiesi di Tua figlia,
    di tempo ne è passato e neanche poco,
    Son già più di sei mesi, che ti piglia?
    Sarà che vuoi di me prenderti gioco?
    Non degno di risposta forse sembro?
    Non vuoi della famiglia ch'io sia membro?

    Rispondi orsù, dai, insistere non farmi!
    Che io non sia costretto a brandir l'armi.
    Sappi ch'è pel suo bene che ti parlo!
    Su dimmi! II matrimonio s'ha da farlo? –

    Usando di parole non più tante,
    rispose senza fretta all'aspirante:

    – Mio caro, non c'è fretta, non mi pare...
    Quando verrà il momento puoi sperare
    che il mio saggio responso sia a te accetto.
    Ma intanto puoi tornar subito al letto! –

    Coraggio di favella era dotato
    e subito rispose d'un sol fiato:

    – Non già di me curare Tu di devi
    Tua figlia, tu soffrire non la vedi?
    Di tutto l'hai privata, da piccina.
    Il mondo non Le hai fatto mai incontrare!
    Né monti, laghi e immensità del mare
    mai vide da lì dentro poverina!
    Nella caverna l'hai rinchiusa a forza
    della paura togliere la scorza
    difficile sarà, ma sempre peggio!
    Se vuoi te lo ripeto col solfeggio! –

    Prudenza, non a caso si chiamava,
    da tempo mai nessun si inimicava.

    È qui che vide Rischio all'orizzonte
    e mano si passò sulla sua fronte.
    Di quello di timore un po' ne aveva
    Ma sbilanciarsi certo non voleva.

    Idea brillante in mente poi Le venne.
    Così si pronunciò con far solenne:

    – Coraggio, vai tu stesso a disturbarla,
    ChiediLe se per caso voglia uscire
    Vediamo se con Te per sorte parla
    Oppur se ancor là dentro vuol poltrire –

    Si domandò Coraggio un po' sorpreso
    se quella mossa che sembrava furba
    fosse inspirata da chi un po' lo turba
    ch'è suo cugino Azzardo ch'era offeso
    dal dì che Lui gli disse ch'era matto
    e mai avrebber stretto insieme un patto.

    Ma qui il cugino non c'entrava niente.
    Altro però non gli veniva in mente
    E prode si diresse all'antro oscuro
    Sperando di non sbatter contro un muro.

    Poi tosto si lanciò a invocar l'amata,
    ormai quasi da tutti abbandonata.

    – Rinuncia! Son Coraggio, tuo diletto!
    Esci da quelle tenebre, t'aspetto!
    Non più dovrai soffrir di mille pene.
    Chè a una dolce donzella non conviene
    restar per anni chiusa lì nell'ombra
    Che il cuore mio, sapendolo, s'adombra! –

    Rinuncia, combattuta come mai,
    stentò non poco e disse – Che farai?

    Se io di qui uscirò tu amar potrai
    una fanciulla che sol per paura
    di far con tutti poi brutta figura
    si negherà se pur non lo vorrai? –

    Con Lui sarebbe stata un'altra tinta,
    la rincuorò all'istante il Suo promesso,
    ma Lei rispose - No! Non m'hai convinta! -

    – Coraggio io ce l'ho ma non sò fesso –
    Pensò a quel punto il Nostro e poi soggiunge
    – Mi son stufato! – e a conclusione giunse
    che insister con Rinuncia era sbagliato
    e a casa sua tornò un po' scoraggiato!
    Gianluca Cristadoro
    Composta lunedì 19 agosto 2013
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Gianluca Cristadoro

      Il Tango dell’Orango Frango

      Ho sognato un Orango,
      di nome Frango
      al quale piaceva ballare il Tango.

      Ma non di certo quello Argentino,
      non era poi un gran ballerino
      e non lo ballava con la sua amata,
      ancora quella non s'era lavata,...
      ché rotolata s'era nel fango,
      e non si sentiva di ballar un tango.

      Lo ballava abbracciato a una scopa
      sognando tournée per tutta l'Europa.
      Sognava applausi, lustrini e pajette
      e al casinò giocare a roulette,

      Pensava a una vita con tanto successo
      Piena di lussi e vestiti col gesso.

      Ma il rude guardiano lo risvegliò
      e tutt'a un tratto la scopa sfilò
      dalle sue mani e al posto di quella
      un frutto acerbo e una caramella
      diede in cambio al povero Orango,
      senza più scopa e senza più Tango.

      Ho sognato un Orango
      di nome Frango
      al quale piaceva ballare il Tango,
      ma nella sua gabbia rimase nel fango
      con la sua amata a mangiarsi il suo mango.
      Gianluca Cristadoro
      Composta venerdì 20 settembre 2013
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Gianluca Cristadoro

        Sopravvivenza

        Virtù inespresse
        e zavorre cariche di storie
        conduco verso mete improprie e inagibili.

        Coraggiosamente m'avventuro
        su sentieri tortuosi,
        nella fitta boscaglia
        dove ostile mi è ogni forma di vita.

        S'avvinghia la superbia,
        l'ignoranza mi rallenta il passo,
        mi seducono i miraggi del successo,
        irridendomi poi, m'abbandonano.
        Invidia e ipocrisia, sordide,
        mi adescano e trafiggono alle spalle.

        Di crescente rabbia
        mi infuoca il sarcasmo,
        fiamma che ragione placa,
        arretra e presto s'estingue.

        Alla vista la luce si nega
        e l'orgoglio, di sé impietosito,
        goffo, sferra colpi alla cieca,
        inani dardi di uno sforzo primitivo.

        Mi rialzo, dopo l'ultima battaglia,
        vana ma necessaria,
        ad affrontar la vita e i suoi misteri
        una vola di più,
        indagandone il senso.
        Gianluca Cristadoro
        Composta lunedì 19 agosto 2013
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Gianluca Cristadoro

          Buonanotte

          Buonanotte dolce bimba
          dal tuo babbo che carezza
          le tue gote rosse e ingenue
          la purezza del tuo dire
          dei tuoi occhi la dolcezza.

          Buonanotte bimba bella,
          ti sia tenero il cuscino
          che ti stringe tutta notte
          e il peluche che ti confida
          i segreti dei suoi giorni.

          Buonanotte mio sorriso,
          gioia candida, mio amore,
          spenga il buio i tuoi pensieri,
          schiuda il sogno le sue porte
          voli in ciel la fantasia.
          Gianluca Cristadoro
          Composta giovedì 23 marzo 2017
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: Gianluca Cristadoro

            Biancaneve e i sette nari

            Scrivon versi settenari,
            settenani con le mani,
            di diamanti e di miniere
            scrivon con le mani nere
            di fuliggin ricoperti
            scrivon senza esser scoperti
            da fanciulla che li aspetta
            nella gnomica casetta
            e che prima di mangiare
            li farà tutti lavare,
            non sapendo che così
            dalla storia toglie chi
            con poesie e poi filastrocche
            parla pure di albicocche,
            di animali e streghe orrende,
            fate, maghi e di merende.

            Non più scrivon sette nani,
            settenari con le mani.

            Tanto più che di quei versi
            poi scoprirono d'un botto
            a rifletterci un po' persi
            che le sillabe son otto!
            Gianluca Cristadoro
            Composta lunedì 9 settembre 2013
            Vota la poesia: Commenta
              Scritta da: Gianluca Cristadoro

              L'alfabeto capriccioso

              A ci aprì la porta a lettere e parole
              B le fece scorta e furono due sole
              C le vide insieme e dopo starnutì
              D gli diede i dadi e poi lo compatì
              E si mise in mezzo e tutte ricongiunse
              F fece festa e un po' di fumo aggiunse
              G giocò di giorno e a sera riposò
              H restò muta ma a notte fonda urlò
              I trovò un imbuto e stretta scese giù
              L come Luna le vide da lassù
              M dalla mamma a casa volle andare
              N disse "No!" neanch'io voglio restare
              O fu assai sorpresa e tutte e due fermò
              P con la sua pappa gaudente si beò
              Q vi appese un quadro e quello non quadrava
              R dalla rupe giu giù si rotolava
              S silenziosa sul suolo su a strisciare
              T che tutti a tavola voleva per brindare
              U portò un po' d'uva e d'olio poi si ungeva
              V di venti veli vestirsi si voleva
              Z con la zebra al fin zuzzerellò.
              Gianluca Cristadoro
              Composta sabato 16 maggio 2015
              Vota la poesia: Commenta