Le migliori poesie di Francescopaolo Calciano

Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Racconti e in Frasi per ogni occasione.

Ricordo

Il sole è lontano, e il suo chiarore si attenua, impallidisce, diffonde
l'ultimo bagliore d'agonia per le nuvole che bruciano come fuoco.
Vado per un viale silente, tra aiuole di fiori che agonizzano.
Il sole declina, la, in fondo in fondo, quasi entro il mare,
che si allarga come una sconfinata lamina di fuoco;
mentre le vele passano veloci, e le agili barchette dei pescatori
sembrano colibrì sulle acque.
Poi quel fuoco s'estingue lentamente, e una grave malinconia
grava sul mondo, una malinconia soave, pacata, che mi ricorda
cose lontane, ricordi di dolori sofferti o leniti, ricordanze di vite
che non potrò rivedere più, tutto quello che è irrevocabile, che è
perduto per sempre, che sognavo con l'ardore di un desiderio
intenso e vano, tutto quello che è pianto, mi ritorna allo spirito
in questa suggestione indicibile del tramonto.
E guardo quei navigli, che la dolcezza dell'ora risvegliano,
una pace luminosa si diffonde per le spiagge, per i clivi,
per i casolari, e nel mio animo...
e il mio animo si commuove ai dolci ricordi.
Ricordo:
Mi prendesti per la mano, e ci avviammo per la buia strada;
volevi accompagnarmi via lontano, lontano...
e andammo e andammo, perché tu avevi fretta, non volevi far tardi...
Ricordo:
Cera un fosso pieno di lucciole, tu non avevi no paura
benché la notte fosse oscura.
Tu ogni tanto sospiravi, guardavi la luna, e mi baciavi ma non dicevi niente.
Poi ci fermammo: tu non eri ben persuasa, mi stringesti
forte ed improvvisamente ritornammo verso i lumi delle nostre
case, rifacemmo la via trita.
Oh!... nella mia vita, nell'ore amare, c'è sempre il rimpianto di quel
pentito ritornare, di quel cammino troncato a metà, lungo la buia
strada col fosso pieno di lucciole.
Ora il sole è tramontato, il mio animo è sopraffatto dal mistero
pauroso delle cose; nella mistica serenità di quest'ora esso prova uno
sgomento, un'estasi di memorie e presagi, e le labbra mormorano una preghiera...
e in quella preghiera risogno sogni lontani, tempi lontani...
rivedo un'estate lontana, fiori che più non fioriranno, rivedo il tuo
volto, i tuoi occhi che forse non rivedrò più, e il vento mi porta le tue parole, un poco fioche, parole soave, che non sentirò più.
Francescopaolo Calciano
Composta giovedì 4 marzo 2010
Vota la poesia: Commenta

    Ricordo

    Notte senza sonno
    dove il sonno s'è fugato.
    Indimenticabile ricordo
    s'accende nella mia mente.
    Mi aggrappo al mio amore
    mai vissuto.
    Rileggo queste vecchie righe
    sulle pagine ingiallite,
    scritte in altre notti senza fine...
    Un viso, i suoi occhi... un nome...
    Quella che è riuscita a rubarmi il cuore,
    strappato senza chiedermi il permesso.
    Me la trovo d'avanti come quella notte d'agosto
    con la luna bruna...
    è stato un amore del passato,
    un amore spezzato e mai sepolto.
    Francescopaolo Calciano
    Composta venerdì 5 febbraio 2010
    Vota la poesia: Commenta

      La voce della campana

      Lontano... lontano, a volte come una voce affannosa
      come singulto di un'anima in pena,
      a volte come un lieto canto d'amore,
      va... la voce della campana della vicina chiesa.
      Una voce che s'espande per l'alta immensità.
      La sua voce si espande per l'aria nell'alba tranquilla
      sotto i primi raggi del sole, e nel tramonto vermiglio,
      mentre la solitudine si fa cupa e colma di sogni malinconici.
      Ma sempre cari mi sono quei rintocchi,
      che suscitano un'eco profondo nel mio animo.
      Quei rintocchi hanno lo schianto del pianto, o il giubilo del riso,
      il singulto, e la gioia, e talvolta c'invitano a godere dell'immensa
      bellezza dell'universo, e talvolta ci suggeriscono la preghiera...
      e questa voce sempre suggestiva, ci parla al cuore
      in mille modi arcani.
      Essa pare che ci dica il destino dell'uomo,
      come tutto nasca in un fervore di grande speranza,
      e perisca nel più profondo dei misteri.
      Essa pare che ci riveli il sorgere degli ideali,
      e la fine di tutte le cose desiate con tanto ardore.
      Al suono di quella campana amica, quanti ricordi
      mi si destano nella memoria!
      E più volte ascoltando quella voce, pel silenzio delle cose,
      ho sentito una lacrima furtiva sgorgarmi dalle ciglia,
      e scorrermi sul volto.
      Oh!... i bei giorni della puerizia; quando sognavo castelli d'oro
      svaniti a contatto della realtà, lasciando il profumo e il rimpianto.
      Oh!... le belle illusioni fuggite come stormi di uccelli.
      Ascoltavo allora questa stessa voce di campana,
      dalla mia cameretta di studente; socchiudevo gli occhi
      e il suo volto mi appariva come d'incanto:
      Gli occhi azzurri come il cielo, i i capelli che le lambivano il viso,
      il suo corpo era il tramonto in un tocco di campane...
      il suo sorriso... chiaro, come un lieto evento di luce.
      In lei nasceva il segreto del bacio,...
      a ogni rintocco intuivo l'armonia della sua voce...
      era un sospiro segreto del cuore. A suono della campana
      lei scuoteva la testa... accompagnando il din... don... poi alzava
      gli occhi al cielo, sospirava e rientrava.
      Per me quale dolce tormento di piacere e passione.
      Volevo chiamarla.!... dirle io sono qui... guardami...
      ma la bellezza del momento stesso mi tratteneva
      dal distoglierla dal suo dolce incanto.
      Ora quei giorni sono passati e io ne ho solo un vivo ricordo!
      Quante cose d'allora sono cambiate!
      Oggi Lei non l'ho più, quei rintocchi me l'hanno portata via.
      Anche quella stessa voce di campana mi pare
      che sia diventata dolorosa, pare che in essa ci sia una nota
      di rimpianto!
      Suona, o campana, manda la tua voce per l'aria immensa,
      giungi fino a Lei, vola, passa oltre i monti... e chiamala
      e rimandi con gli stessi rintocchi qualche parola di conforto
      di coraggio, e di speranza.
      Francescopaolo Calciano
      Composta venerdì 26 febbraio 2010
      Vota la poesia: Commenta