Poesie di Filippo Giliberti

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In sogno

È stato bello vederti, accarezzarti, udire il tuo respiro, sentirlo mescolarsi al mio.
Ogni tua emozione: è giunta a me come un richiamo nella notte, buia e silenziosa e che a lungo dura.
Resto fermo, avvolto tra le lenzuola e già mi vedo a guardare fuori il mondo, ove le speranze nascono ed io, con l'ansia di incrociare il tuo sguardo, la maestosità dei tuoi occhi grandi che disperdono un'immensa luce; contemplo l'enormità di una stella cometa che cade nel vuoto; illudendomi che possa raggiungere l'asfalto del mio cammino, e che m'aiuti a carpire le perplessità del mondo in questo caldo inverno, pronto a formare grandi croste di brina; col freddo che non c'è mai stato. Come quello che abbiamo atteso e prepararci a sconfiggerlo: abbracciati fra le coperte, ove ogni tuo sussurro si diffonde come sinfonia d'amore e mi abbraccia in una nuvola, nel cielo!
È stato bello vederti in questo meraviglioso viaggio fra le stelle in una notte meravigliosa! È stato bello averti con me in questo viaggio, nella notte dei sogni, ove tutto diventa realtà e vorresti che non finisse mai!
Filippo Giliberti
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    Piccolo pittore...

    Trapelano dalle tue lunghe dita fiumi di di colore scalfito dal tuo cuore... L'enormità del mondo e l'immensità di luce che trabocca dai tuoi occhi enormi, per dar luce a tutto ciò in cui credi.
    Le parole confuse si fondono come melodia di un suono aperto al cielo e ogni tuo gesto è una carezza che cosparge cascate di corallo, come fiale di colori che scorrono nelle tue vene.
    Filippo Giliberti
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      Non Piangere

      Non piangere, sorridi se troverai le forze indifeso amico...
      Guarderò dritto nei tuoi occhi fino a trovare il tuo dolore e lenirlo.
      Condividerò con te il passo stanco verso un sentiero difficile da percorrere, seguirò il tuo sguardo melanconico inondato di luce fioca, cambierò il buio con il sole per ogni lacrima scesa sul tuo viso, asciugandola col mio calore strappandola dall'infinito inverno che ti logora...
      Siamo così: come un frutto acerbo e poi maturo, come un giorno di festa e una notte in tempesta.
      Non piangere, sorridi se troverai le forze amico mio!
      Guarderò dritto nei tuoi occhi fino a farti carpire che per ogni lacrima scesa sul tuo viso, è il frutto acerbo che matura e quando questo accadrà, ovunque tu sarai e in qualsiasi momento io sarò li per coglierlo...
      Filippo Giliberti
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